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QUARANTASEIESIMA PUNTATA

…il punto sui campionati meno conosciuti ovvero basta che ci siano 22 uomini che calciano una palla…a cura di Daniele Mercati
Il Resto del mondo - 11/11/2010

Consueto giro del mondo a favore di tutti gli appassionati di calcio internazionale, basta leggere queste righe per essere aggiornati su tutti i maggiori tornei del calcio professionistico.




SVEZIA
Cominciamo il tour settimanale con l’assegnazione di un titolo, è finito infatti nell’ultimo weekend l’appassionante campionato svedese che ha tenuto tutti col fiato sospeso fino alla fine. A tre giornate dal termine avevamo fatto la panoramica della situazione (vedere la puntata n. 43) e da allora, contrariamente a quanto paventato, grosse sorprese non ce ne sono state. Lo scudetto l’ha vinto il Malmo che vincendo le due partite che precedevano l’ultimo turno ha avuto la possibilità di essere arbitro del proprio destino, perché è vero che anche l’Helsingborgs aveva fatto altrettanto e quindi aveva gli stessi punti dei rivali ma era penalizzato da una peggiore differenza reti (10 gol in più a favore del Malmo). Dunque durante gli ultimi 90 minuti le telecamere erano tutte puntate sullo Swedbank Stadion di Malmo dove la squadra locale affrontava il Mjallby neopromosso già abbondantemente appagato dall’ottimo campionato disputato; solo il Malmo quindi poteva regalare il titolo ma così non è stato, al 17° minuto i padroni di casa erano già in vantaggio e la festa poteva cominciare, risultato finale 2-0. A pochi chilometri di distanza l’Helsingborgs, scoraggiato dalle notizie ricevute, non riesce a sbarazzarsi del Kalmar chiudendo il match sullo 0-0 così che per l’assegnazione della vittoria finale non si è dovuto scomodare la tanto antipatica “differenza reti”. Quello appena vinto è il titolo n. 16 per il Malmo a distanza di 6 anni dal precedente, ora è a soli due scudetti di distanza dalla squadra più titolata del paese, il Goteborg. I vicecampioni invece avranno la possibilità Sabato prossimo di consolarsi con la vittoria della Coppa di Svezia (sarebbe la quarta in bacheca) ma avranno di fronte un avversario insolito, l’Hammarby che ha disputato quest’anno il campionato di Seconda Divisione peraltro finendo a metà classifica. Il posto in Europa League per l’Helsingborgs è già assicurato essendo arrivato al secondo posto in campionato mentre per l’Hammarby sarebbe un traguardo insperato. Altra sicura presenza nella prossima edizione della minore coppa continentale sarà l’Orebro giunto terzo in graduatoria, l’estate prossima riassaporerà profumo d’Europa a 13 anni di distanza dall’ultima apparizione.

ARGENTINA
Attraversiamo di nuovo l’oceano per addentrarci nel campionato di Apertura 2010. Ne avevamo parlato nella puntata n. 37 a poche giornate dall’inizio e ne riparliamo ora a poche giornate dalla fine. Per la precisione mancano 6 turni al termine e la prima cosa da sottolineare è che il buon inizio del River Plate è stato solo un fuoco di paglia e durante la stagione si è clamorosamente sgonfiato: pensate che non vince da sette partite e la settimana scorsa ha anche esonerato l’allenatore. Non tanto meglio di loro sta facendo l’altra squadra più gloriosa d’Argentina, il Boca Juniors che anzi a dire il vero ha un punto in meno in 13’ posizione: curiosamente nel prossimo turno le due “nobili decadute” si affronteranno in un triste Superclasico. Guardando ai piani alti della classifica troviamo al primo posto l’Estudiantes sempre guidato (in campo) dalla nostra vecchia conoscenza Juan Veron: ottimo campionato finora per la squadra di La Plata, solo una sconfitta su 13 partite e solo 4 reti subite. Al secondo posto, ancora nettamente in partita, insegue il Velez Sarsfield che grazie ai due capocannonieri del torneo (Santiago Silva e Juan Martinez, entrambi migliori marcatori di questa Apertura con 8 reti a testa) tiene viva la speranza di conquistare il titolo n. 8 bissando la Clausura 2009. Nel big match di 3 settimane fa le due squadre non si sono fatte male chiudendo l’incontro con un nulla di fatto, 0-0 il finale e sfida rimandata a distanza. L’Estudiantes, che cerca il trionfo a 4 anni di distanza, cercherà di gestire al meglio i 3 punti di vantaggio che lo tengono in vetta. Fino a due settimane fa in lotta per la prima posizione c’era anche un team che non ti aspetti, l’Arsenal che non ha mai vinto il titolo, poi con un solo punto nelle ultime due uscite ha visto allontanarsi il primo posto a 6 lunghezze e dovrà probabilmente rimandare l’appuntamento con la storia. Chiudiamo dicendo che i campioni in carica dell’Argentinos Juniors non stanno onorando il titolo vinto pochi mesi fa, stazionano in 14’ posizione ed hanno vinto la prima partita solo all’ottava giornata! Da qui fino alla fine seguiremo molto da vicino l’andamento di questo avvincente torneo.

UNGHERIA
Come promesso nella puntata n. 36 ci ritroviamo qui per cercare di dipingere un po’ più nei dettagli la situazione del campionato ungherese. Nell’appuntamento precedente erano state giocate solo 3 giornate, ora invece siamo alla soglia del giro di boa con 13 turni disputati sui 30 totali. In testa alla classifica c’è il Videoton, beffato nelle fasi finali del torneo dell’anno scorso ha come unico obiettivo vincere il primo titolo della sua storia anche grazie alle reti di bomber Nikolic (vedere la rubrica “I RE DEL GOL” della puntata n. 45). Il team si sta dimostrando all’altezza, prima della brutta sconfitta di due giornate fa (0-2 in casa contro l’Honved) aveva inanellato 6 vittorie consecutive riprendendosi immediatamente dall’altro ko stagionale nel match clou contro il Debrecen. Anche nell’ultimo turno ha dimostrato di aver assorbito completamente lo scoramento per la seconda sconfitta andando a vincere con un secco 4-1 in casa della sorpresa del campionato, il Kaposvar. Anche se la rivale più pericolosa per il titolo a nostro avviso rimane il Debrecen di cui parleremo dopo, al secondo posto attualmente c’è lo Zalaegerszeg che viene da 5 vittorie consecutive con 14 gol fatti; nel prossimo turno ci sarà la prova del fuoco, il calendario mette in programma l’incontro in casa dei campioni in carica del Debrecen. Proprio di quest’ultimi si doveva parlare: sono in assoluto la squadra da battere, in queste battute hanno forse sofferto i troppi impegni (oltre a campionato e coppa nazionale sono impegnati anche in Europa League nel girone della Sampdoria dove peraltro sono già eliminati), ma gli ultimi risultati (4 vittorie e un pareggio) gli stanno facendo risalire le posizioni e ora sono terzi a 5 punti dalla vetta. Qui si giocherà fino ad inizio Dicembre per poi ricominciare a fine Febbraio tutti senza coppe europee, da lì in avanti le restanti 13 giornate decreteranno il nome del vincitore 2011.

POLONIA
In Polonia siamo giunti alla dodicesima giornata e per ora la situazione che si presenta è abbastanza inaspettata. Al comando del campionato troviamo lo Jagiellonia Bialystok, un nome nuovo per molti che ha cominciato ad alzare trofei solo un anno fa (Coppa e Supercoppa nazionale) e a giudicare dai risultati ottenuti finora non si vuole di certo fermare, anche se la strada è ancora molto lunga. Lo Jagiellonia Bialystok sta approfittando del momento di crisi dei team più noti, ma a dire il vero due sconfitte nelle ultime tre partite ne hanno frenato un po’ la corsa anche se rimane una squadra concreta che pareggia poco e ha già fatto vittime illustri. Anche la compagine che occupa il secondo posto è una sorpresa, si tratta del Korona Kielce anch’esso ancora a secco di scudetti che ha come miglior risultato di sempre un quinto posto nel 2006. Il primo nome famoso scorrendo la classifica lo incontriamo sul terzo gradino del podio, si tratta del Legia Varsavia, senz’altro la squadra più in forma del momento infatti all’ottava giornata occupava il 9° posto in classifica, poi sono arrivate 4 vittorie di fila (tra cui 2 proprio con i team che lo precedono in graduatoria) e ora dista 4 punti dal primo posto (curiosamente è l’unico team a non avere ancora pareggiato una partita). Proverà ad interrompere, nel prossimo turno, questa striscia positiva il Wisla Cracovia, una formazione smarrita che cerca il risultato di prestigio per rilanciarsi. Quest’ultima non si può ritenere la delusione numero uno del torneo per “merito” del Lech Poznan campione in carica che sta vivendo una stagione dai due volti: se in Europa a sorpresa guidano il Girone A di Europa League (quello che comprende anche la Juventus) a fianco del Manchester City, in campionato l’andamento è disastroso, penultimo posto con sole 3 vittorie ottenute dopo 12 turni.

OLANDA
Il nuovo che avanza, continua ad avanzare. Potrebbe essere questo il titolo per fotografare il momento che sta vivendo il campionato olandese, spieghiamo meglio. Dal 1982 al 2008 lo scudetto se lo sono diviso sole 3 squadre, Ajax, PSV e Feyenoord poi nelle ultime due stagioni due nuove forze si sono fatte largo, sono l’AZ Alkmaar e il Twente. Sono proprio quest’ultimi che anche quest’anno stanno disputando un’ottima stagione e hanno guadagnato la vetta della classifica nel migliore dei modi, andando a vincere in casa del PSV che fino a quel momento guardava tutti dall’alto. Il club di Enschede ha cambiato guida tecnica durante l’estate (a McClaren è succeduto Preud’homme) ma per ora i risultati continuano ad arrivare; basta qualche numero per far capire meglio: delle 20 partite ufficiale giocate dal Twente in questa stagione solo una è stata la sconfitta, quella in Champions League contro il Tottenham. La lotta per il titolo olandese comunque è molto aperta, un punto di vantaggio sul PSV e 4 sull’Ajax dopo 13 giornate vogliono dire poco. Delle 3 formazioni che si citava all’inizio occorre dire qualcosa sul Feyenoord, da troppi anni non lotta più per la vittoria finale, ma quest’anno sta rischiando di toccare il fondo: solo 3 vittorie e 12 punti conquistati finora ma soprattutto l’umiliante 10-0 subito tre settimane fa in casa del PSV sono veramente troppo, anche per il più paziente dei tifosi. L’AZ Alkmaar campione due anni fa e giunto al quinto posto l’anno scorso è partito male anche nella stagione corrente ma piano piano sta riguadagnando posizioni ed è con orgoglio che possiamo dire che questo sta succedendo grazie a un nostro connazionale che in molti hanno probabilmente dimenticato: Graziano Pellè in tutte e 4 le partite in cui ha calcato il campo (sempre da subentrante) ha timbrato il cartellino, chissà che dalla prossima partita non gli venga data una maglia da titolare, forse sarebbe il caso.


Rubrica nella Rubrica I RE DEL GOL
Ci spostiamo in Danimarca per scoprire tutto quello che c’è da sapere sul capocannoniere del campionato edizione 2009/2010. Si tratta di Peter Utaka, attaccante nigeriano di 26 anni, da non confondere con il più famoso fratello John che ha giocato in Francia e Inghilterra dove milita tuttora nel Portsmouth. Peter, a differenza del fratello, ha bazzicato in campionati più modesti iniziando la propria carriera professionista in Belgio e proseguendola in Danimarca, ma ha sempre dimostrato di avere anche lui una certa confidenza con il gol. E’ stato l’OB Odense ad acquistarlo nel 2008 dopo che aveva portato a suon di reti il Royal Anversa quasi a conquistare la massima serie del calcio belga. Anche in terra danese Utaka si fa valere e comincia fin da subito a parlare l’unica lingua che conosce, quella del gol: sono 12 nella prima stagione nella sua nuova squadra, ma l’anno successivo migliora il suo score e grazie a 18 segnature in 33 presenze guadagna quello che finora è il massimo riconoscimento personale ottenuto, il titolo di capocannoniere del campionato. Portare la sua squadra alla vittoria del campionato è un’utopia al cospetto del Copenaghen che in patria al momento non ha rivali, ma farle confermare il secondo posto dell’anno passato che da questa edizione varrebbe l’accesso ai preliminari di Champions League è un dovere; il bomber ce la sta mettendo tutta per raggiungere questo obiettivo, anche nel posticipo dell’ultima giornata un suo gol ha permesso all’OB Odense di riappropriarsi della terza piazza a 2 punti di distanza dal secondo posto; con questa sono 7 le reti messe a segno dopo 15 turni, chissà che non riesca anche a difendere quel titolo vinto pochi mesi fa dagli attacchi degli avversari che lo vogliono fare proprio.



Rubrica nella Rubrica TOH, CHI SI RIVEDE
L’uomo che vedete nella foto in alto, che non ha certo bisogno di presentazioni, ce l’aveva quasi fatta, è arrivato ad un passo dall’impresa di riportare lo scudetto nella sponda nerazzurra di Milano dopo anni e anni di calvario. Il sogno si è infranto in un caldo pomeriggio di Maggio del 2002 quando i suoi uomini non riuscirono a superare l’ultimo scoglio che li divideva dall’appuntamento con la storia, quella Lazio priva di stimoli ed obiettivi che a detta di tutti avrebbe opposto ben poca resistenza. Parliamo ovviamente di Hector Cuper, allenatore argentino che compirà 55 anni fra pochi giorni, arrivato alla corte di Moratti all’inizio della stagione 2001/2002 forte delle cavalcate del suo Valencia che nei due anni precedenti aveva condotto fino alla finale di Champions League. Purtroppo per lui, l’esito negativo di quegl’ultimi atti della massima competizione europea gli valsero anche la triste etichetta di “perdente” che non riuscì a cancellare nell’esperienza italiana. Esonerato dall’Inter durante la stagione 2003/2004 fece ritorno in Spagna nella sua Maiorca, team che aveva già guidato prima di Valencia e con cui ottenne una clamorosa salvezza nelle giornate finali. L’”Hombre vertical”, questo il suo soprannome derivante dalla sua fama di uomo granitico ed ostinato, non prima di aver allenato anche il Betis Siviglia torna ad essere ingaggiato da una squadra italiana, il Parma. La squadra emiliana nell’annata 2007/2008 era in grande difficoltà e con l’arrivo dell’argentino sperava di ottenere una salvezza, che non si materializzò per gli scarsi risultati ottenuti anche sotto la nuova gestione. Dall’anno successivo Cuper affronta un’esperienza tutta nuova per lui, allenare una nazionale; è la piccola Georgia a dargli questa opportunità, ma anche qui, durante le qualificazioni ai Mondiali 2010 i risultati sono deficitari e alla fine decide lui stesso di abbandonare l’incarico. Dal Novembre scorso sbarca in Grecia per guidare di nuovo una squadra di club, l’Aris Salonicco, e la stagione non è del tutto negativa: raggiunge un quinto posto in campionato che gli vale la qualificazione all’Europa League anche se i vecchi fantasmi si sono ripresentati puntuali quando il giorno della finale della Coppa di Grecia è uscito sconfitto dal Panathinaikos. Sperando per lui che il vento un giorno possa cambiare ci culliamo nel ricordo di un grande uomo di sport.

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