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L'A.C. Reggiana è arrivata alla decisione di realizzare uno stadio nuovo perchè lo stadio di cui disponeva prima (Stadio "Mirabello") non era più a norma e la Lega aveva "diffidato" dal continuare a giocare ancora la serie A a Reggio Emilia. La scelta, a quel punto, era obbligata. Verificato che il Comune non aveva la possibilità economica di realizzarlo, ci si è interrogati per vedere che cosa era possibile fare. Sono state compiute analisi di mercato, verificando che a Reggio Emilia esistevano le condizioni necessarie sia economiche che culturali. Si pensò, come prima cosa, di individuare uno sponsor che legasse il proprio nome allo stadio. Ecco, quindi, il nome Giglio, che è una nota azienda a livello nazionale. È l'esempio unico in Italia di stadio posseduto direttamente da una società sportiva (la società Reggiana fallita). Lo stadio Giglio è caratterizzato da una imponenza architettonica abbastanza significativa. Dal fallimento della vecchia A.C Reggiana 1919 S.p.A e della controllata TuttoGiglio (che possedeva lo stadio) avvenuto nel luglio del 2005 l'impianto è in mano ad un curatore. Intorno allo stadio sta sorgendo un centro commerciale all'interno del quale troveranno spazio un albergo, un centro per l'aggregazione giovanile del Comune, un cinema multisala ed una galleria di circa 70 negozi. Nel 2012 l'impianto è stato intitolato "Città del Tricolore" dopo che la collaborazione commerciale con la Giglio dal 2005 di fatto non esisteva più. |