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Il libero

Capitolo 4
Figli di un calcio minore - 27/07/2009

Il ruolo di libero ne ha passate tante, talmente tante che ai livelli più alti, dove si gioca il calcio vero e i campi sono verdi e ben curati, la parola libero è diventata quasi una bestemmia. Quaggiù invece, dove le righe sono sempre un po’ storte e dove in molte zone del campo l’erba è sconosciuta, la parola libero è ancora pronunciata, in modo sussurrato ci mancherebbe, ma comunque si sente ancora, è viva.

L’avanzamento del libero in linea con la difesa nel calcio minore ha naturalmente seguito l’influsso del calcio professionistico dove, da un giorno all’altro, i liberi sono stati fatti fuori, eliminati, dimenticati. Nei campi di periferia questo passaggio è avvenuto un po’ in ritardo e in certe squadre non è nemmeno avvenuto.

Quest’ultimo caso è tipico delle squadre che hanno in campo un libero vicino alla quarantina. Ragazzi con ancora tanta voglia di giocare e figli di un calcio nel quale le diagonali non esistevano e le ripartenze erano un concetto ancora troppo lontano. Liberi da sempre abituati a piazzarsi dietro tutti, a essere l’ultimo baluardo, a tappare i buchi, a ragionare poco e a spazzare molto. Con questo tipo di giocatore in squadra è impossibile giocare a zona. Le poche squadre che ci hanno provato snaturando liberi d’annata costringendoli a giocare in linea, hanno assistito a entrate vergognose sul costato degli attaccanti avversari e hanno visto impennare il numero delle espulsioni. “Da domenica torniamo a uomo ragazzi.” .

A uomo quindi, due stopper francobollati alle punte avversarie e lui, il libero, staccato una quindicina di metri. In questo modo, nelle giornate particolarmente fortunate il libero può cimentarsi in uscite continue a spazzare lungo e a chiudere l’azione avversaria.

Il libero medio non ragiona mai.

“Che ruolo giochi?”.

“Faccio il libero.”

“E sei bravo?”

“Boh? Io la butto su…”.

Partendo da questo presupposto il libero tende a giocare di prima, nel senso che appena la palla capita dalle sue parti lui la sparacchia più lontano possibile. Tipico è il caso nel quale si trova a stoppare la palla che gli rimane vicino ai piedi. In quel caso la guarda stupito e capisce che tocca a lui, che deve costruire. Visto che il libero è di solito molto sicuro di sé prende la cosa con grande spavalderia e alza la testa. Tra le tante opzioni possibili però, passaggio corto, appoggio sul terzino o sul regista, il libero ne possiede nel proprio bagaglio solo una: il lancio in profondità. Il movimento tipico è quello col quale dopo un rapido cenno col braccio, lancia lunghissimo dove qualsiasi punta, nemmeno con le gambe di Usain Bolt, potrebbe mai arrivare. Quello che succede dopo è quasi uno standard, uno script consolidato: il libero comincia a tirare dei moccoli contro la punta che, a detta sua, non può non scattare su una palla del genere. Tra l’incredulità generare lo si sentirà gridare:”Dobbiamo crederci!” seguito immancabilmente da una serie infinita di bestemmie.

Situazione tipica nella quale l’animo del libero viene fuori è comunque il colpo di testa, sia in fase offensiva che in fase difensiva. In quest’ultima su un lancio lungo degli avversari è solito esprimersi nel famoso pendolo. In uno stile discutibile, con le mani dritte sui fianchi e le gambi leggermente molleggiate, il libero inarca la schiena fino a richiamarla per l’impatto col pallone. In questo modo riesce a tenere fede anche di testa ai suoi capisaldi: palla spazzata lontana e niente azioni ragionate. Il pendolo è sempre seguito nell’immediato da un paio di madonne belle secche, e nei due giorni dopo la partita, da strani bozzi marmorei che gli spuntano sulla fronte. Quando questo gesto diventa reiterato, la fronte del libero assume infatti la tipica forma ad incudine, che nel tempo li rende da una parte insensibili al dolore ma dall’altra incapaci di dare una ben che minima direzione al colpo di testa stesso.

Altra peculiarità di questi giocatori è il calcio di punizione. A detta loro infatti sono dotati di un calcio forte e preciso. Ad avvalorare questa loro caratteristica citano sempre una doppietta che hanno segnato molti anni prima in uno scontro salvezza. Da allora pretendono di calciare in porta tutte le punizioni che vengono fischiate da circa 35 metri fino al limite dell’area. Soprattutto nei campi parrocchiali questa è un’abitudine che piace molto poco al custode o al sagrestano. Mai infatti è capitato che un bolide di questi giocatori sia finito nello specchio. Poche volte il tiro finisce sulla barriera sfondando lo stomaco di un avversario, di solito il più giovane, che da quel giorno attaccherà le scarpe al chiodo; ma ancora più spesso il tiro finisce a) contro il campanile, b) dritto sulla finestra della sagrestia distruggendola, c) contro lo specchietto retrovisore della Fiesta del parroco. Perché il parroco abbia sempre una Fiesta rimane un mistero.


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maicol
commento del 16/12/2008 alle 19:00

niro io e te eravamo 2 grandi bomber da cinni...poi quando ci hanno messo in difesa io non ho perso il vizio di dribblare...e infatti da molti allenatori ho preso diversi insulti "ma basta dribblare maicol!!!!!" però bei ricordi...
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Investigatore d'la Gheida
commento del 16/12/2008 alle 13:39

il buon LUIGI ORLANDO ... se se se ...
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Bigio
commento del 16/12/2008 alle 12:38

va bhe niro....giginho....e quella volta a cavriago dopo un imbarazzante debacle gia' al 50esimo, che il buon cocchi dopo l espulsione di pagliani(capitano) gli voleva dare la fascia da capitano? neanche male che sono intervenuto in tempo.....
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niro
commento del 16/12/2008 alle 01:11

stavo pensando esattamente alla Miccia....ahahah! e poi al buon Giginho (certo che mettere da libero un ex giocatore di calcetto...nn male!) e a Paolone Ferrari, con la sua fantastica finta...sempre quella, sempre uguale..e soprattutto, sempre riuscita!! ahahah
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Boccia
commento del 15/12/2008 alle 16:10

Se se se...il libero veneziano che usciva palla al piede cercandi di scartare anche i suoi compagni.. Alla Mantovani quando era cinno!!!!!! Ah ah ah ah
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niro
commento del 15/12/2008 alle 14:42

ragas.....MA IL LIBERO DRIBBLOMANE??????
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giusto
commento del 15/12/2008 alle 10:56

ottima osservazione... purtroppo se hai 20 ( fortunato tu! ) non hai potuto vivere gli anni d'oro del vero "libero staccato dietro".. bravo tamagnini.
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PT
commento del 15/12/2008 alle 10:48

Immagino che l'87 nel tuo nick sia la data di nascita quindi non hai conosciuto qualche vecchio libero come si deve...
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makkinho87
commento del 15/12/2008 alle 00:07

no no no... stavolta non ci siamo. il Libero è molto spesso il giocatore più intelligente e con meno corsa della squadra. Viene messo solo in fondo alla difesa perchè così non deve correre troppo. Il suo grande senso della posizione gli permette infatti di chiudere tutti i buchi correndo assai poco. Inoltre è noto che il libero abbia una buona tecnica e che spesso le azione vengono impostate già da lui. Quindi mi dissocio dal libero che sparacchia e basta (ciò non toglie che il libero può comunque adeguarsi a questo tipo di gioco in base alla partita).
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gancio
commento del 12/12/2008 alle 20:49

altri mister, sempre d'annata, devono sempre trovare un libero nella loro squadra sennò nn cominciamo nemmeno ad allenare.. il ds Boni sa a ki mi riferisco..ahahah
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gancio
commento del 12/12/2008 alle 20:47

vi dico una frase ke disse un mio mister ke adesso è uno dei protagonisti di qst sito.. il libero è come una puttana..batte sempre!
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CICO DS
commento del 12/12/2008 alle 18:40

MMMMMMMMMHHHHH
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meno
commento del 12/12/2008 alle 16:18

Grande Tama!! Anch'io mi sento un libero d'annata snaturato e costretto a giocare a zona.. va beh, giocare si fa per dire...
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DS Boni
commento del 12/12/2008 alle 15:35

Bello ... ma non condivido pienamente , manca il Libero che vuole sempre impostare e esce a testa alta !
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