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VENTIQUATTRESIMA PUNTATA

…il punto sui campionati meno conosciuti ovvero basta che ci siano 22 uomini che calciano una palla…a cura di Daniele Mercati
Il Resto del mondo - 13/05/2010

In ogni angolo d’Europa si consegnano titoli e si consumano verdetti, un viaggio che va dal caldo Portogallo alla fredda Ucraina facendo tappa in altre importanti terre…nuova puntata da non perdere!





FRANCIA
Come si argomentava nella puntata n. 18 alla fine il Bordeaux è rimasto con un pugno di mosche. Oltre che alla sconfitta nella finale di Coppa di Lega di cui avevamo già parlato, si sono materializzate anche l’eliminazione dalla Champions League per mano dei connazionali del Lione e il polverizzarsi del sogno di bissare il successo in campionato. Veramente troppi impegni hanno finito per massacrare la truppa di Blanc e basta un dato per metterlo in evidenza: dalla fine di Marzo alla fine di Aprile, periodo cruciale di tutte le manifestazioni su 9 incontri giocati le sconfitte sono state 7 e le vittorie soltanto una (quella peraltro inutile nel ritorno dei quarti di Champions). Ad approfittarne quindi, in due occasioni su tre è stato il Marsiglia, che dopo aver vinto la Coppa di Lega va a vincere dopo 18 anni e tante sofferenze il titolo numero 9 della sua storia. A gioire questa volta quindi non è Blanc, ma un’altra vecchia conoscenza del nostro calcio, quel Didier Deschamps che solo da giocatore è riuscito a raccogliere gloria dalle nostre parti, troppo frettolosamente tolto dalla panchina dalla Juventus nel 2007. La matematica del titolo è arrivata nel turno infrasettimanale della scorsa settimana con 2 turni d’anticipo quando il Marsiglia ha inanellato il quindicesimo risultato utile consecutivo in campionato e ha staccato irrimediabilmente le avversarie. Queste ultime ora si contendono gli altri obiettivi, a partire dall’accesso diretto alla prossima Champions League, ad una giornata dalla fine posto ancora vacante e raggiungibile da 3 formazioni, Lille, Lione e Auxerre intervallate da un punto, quindi con i primi molto avvantaggiati. Da questo trio uscirà anche la partecipante ai preliminari di Champions e l’ultima andrà in Europa League, vedremo poi assieme a chi altri.

UCRAINA
E la legge dell’alternanza che vale da 5 anni viene rispettata ancora una volta. Vince lo scudetto lo Shakhtar Donetsk conquistando la matematica proprio grazie alla vittoria nello scontro diretto con la Dinamo Kiev e goduria più grande non ci poteva essere per gli uomini di Mircea Lucescu che proprio in questi giorni conosceranno il nome della squadra che gli succederà nell’albo d’oro dell’ormai ex Coppa Uefa ora Europa League. Il campionato degli arancioni è stato un capolavoro, per buona parte del torneo è rimasto dietro ai rivali storici (perdendo anche il primo scontro diretto a Kiev), poi ha imboccato una strada trionfale che gli ha permesso a 10 giornate dalla fine di effettuare il sorpasso e da allora non ha più mollato la testa della classifica. Per qualche giornata le due contendenti hanno viaggiato a braccetto al primo posto poi alla 27’ giornata lo scivolone che non t’aspetti della Dinamo Kiev in casa del Karpaty che permette allo Shakhtar Donetsk di volare a +3 e attendere fiducioso il match clou del penultimo turno con 2 risultati su 3 a favore: per fugare ogni dubbio sul merito della vittoria finale gli uomini di Donetsk vincono anche quella partita e sigillano il titolo numero 5 (4 sotto la guida del tecnico romeno). Vincere 24 partite su 30, perdendone soltanto una è un biglietto da visita che non ha bisogno di commenti, onore ai vincitori. I pluridecorati della capitale si consolano con il secondo posto e la qualificazione ai preliminari di Champions League. All’Europa League accedono invece il Metalist Kharkiv (quarto anno consecutivo al terzo posto del campionato, eccellente risultato), il Dnipro, il Karpaty e la vincente della Coppa nazionale che vedrà di fronte nel prossimo weekend Tavriya e Metalurg Donetsk.

DANIMARCA
Ne parlavamo nella puntata n. 19 e non sono arrivate smentite in merito. I campi di Danimarca hanno consegnato al Copenaghen l’ottavo titolo dalla sua nascita datata 1992, il secondo consecutivo, il quarto negli ultimi 5 anni e il sesto negli ultimi 8. Bastano questi dati per presentare i campioni in carica, che anche quest’anno pur senza strafare hanno trovato vita facile, anche per mancanza di avversarie accreditate. Diciamo “senza strafare” perché comunque aver subito già 7 sconfitte (manca una giornata al termine) è un dato che fa riflettere, sono da almeno 10 anni che la vincitrice del torneo non ne subiva un numero così alto. Comunque la squadra della capitale trionfa ancora e tutto il resto del paese deve levarsi il cappello di fronte a questa eccellente formazione che sarà impegnata nei preliminari della prossima Champions League. Chi invece si dovrà accontentare dell’Europa League è l’OB Odense, che per un certo periodo dell’anno aveva dato l’impressione di lottare più da vicino per il titolo, ma poi si è ridimensionato e ha badato alla conquista del secondo posto che è già in cascina. Nell’Europa minore andranno altre 3 compagini danesi; la prima uscirà dalla vincente della Coppa nazionale in programma il 13 Maggio, di fronte ci saranno Midtjylland e Nordsjaelland; la seconda verrà estratta dalla classifica UEFA Fair Play (assieme ad una svedese e ad una inglese); la terza sarà la squadra che raggiungerà il terzo posto in campionato e qui la lotta è molto interessante in quanto troviamo a pari merito Brondby ed Esbjerg, e dietro, pronta ad approfittare di eventuali pareggi o sconfitte delle prime due, l’Aalborg distante due lunghezze, risulta così decisiva l’ultima tornata in programma nel prossimo weekend.

INGHILTERRA
E’ il Chelsea a trionfare al termine di un braccio di ferro durato 38 giornate. Un duello appassionante che ha visto prevalere forse l’organico più completo; privarsi di un certo Cristiano Ronaldo senza rimpiazzarlo adeguatamente, è vero che ha favorito la definitiva esplosione di Wayne Rooney, ma quando proprio quest’ultimo è venuto a mancare nel momento cruciale per infortunio lì forse si è capito che la truppa di Carlo Ancelotti anche e soprattutto grazie ai milioni del suo patron ha qualcosa in più. I blues vincono così il loro quarto titolo, terzo della nuova era, interrompendo il dominio del Manchester United che durava da 3 anni consecutivi. Il team di Londra quindi negli ultimi anni 7 anni non è mai arrivato dopo il terzo posto nella graduatoria finale, ma ancora non riesce a imporsi nella competizione europea più importante, sir Carlo Ancelotti ci riproverà l’anno venturo. Ovviamente il torneo si è deciso all’ultima giornata, come non poteva essere diversamente, e il Chelsea non ha steccato, anzi, ha rifilato 8 reti al malcapitato Wigan che hanno portato il bottino di reti segnate a 103, con Didier Drogba laureatosi capocannoniere con 29 centri. Le principali rivali Manchester United e Arsenal si qualificano direttamente alla Champions League e l’ambitissimo quarto posto che dà il diritto a giocarsi i preliminari di questa competizione va al Tottenham capace nella penultima giornata di andare a vincere lo scontro diretto a casa-Mancini (Manchester City) facendo così mancare l’obiettivo numero 1 del tecnico italiano. La seconda squadra di Manchester si consolerà così con l’Europa League, in ottima compagnia però, perché anche il deludentissimo Liverpool e l’Aston Villa saranno nell’Europa minore. Salutano la Premier League il Portsmouth condannato già da tempo, il Burnley neopromosso e l’Hull City rivelazione dell’anno scorso, con buona pace di Gianfranco Zola che porta in salvo il suo West Ham anche se questo risultato non evita il suo esonero diventato ufficiale proprio in questi ultimi giorni.

PORTOGALLO
Il vento di cambiamento che spirava in terra lusitana si è rivelata una lieve brezza e alla fine lo scudetto è rimasto nelle mani della famosa cerchia delle sole 5 squadre che in Portogallo si sono divise questo fregio da sempre. In poche parole lo Sporting Braga ha tentato il miracolo ma alla fine ha dovuto cedere alla forza del Benfica che dopo 5 anni torna a vincere interrompendo i 4 anni di dominio targato Porto. Sono così ora 32 i titoli della squadra di Lisbona, 8 in più del Porto. Su un totale di 90 punti disponibili il Benfica ne ha lasciati per la strada solamente 14, l’attaccante principe (il paraguaiano Oscar Cardozo con 26 reti) che vince il titolo di capocannoniere, impensabile di poter competere con loro, anche se come detto per larga parte della stagione lo Sporting Braga ci ha seriamente provato e alla fine conquista un già ottimo obiettivo, i preliminari della prossima Champions League. Rimane fuori dall’Europa che conta il Porto, ripresosi un po’ nel finale ma con un bilancio complessivo negativo anche se può vincere la Coppa di Portogallo nella finale di domenica prossima e parteciperà all’Europa League grazie al terzo posto in campionato. Gli faranno compagnia lo Sporting Lisbona e il Maritimo che proprio all’ultima giornata va a vincere lo scontro diretto in casa del Vitoria Guimaraes assicurandosi l’ultimo posto disponibile. In buona sostanza le sorprese più grosse arrivano dalla parte bassa della graduatoria che sancisce la retrocessione del Belenenses (una delle 5 squadre citate all’inizio) e il Leixoes, grande sorpresa dell’anno passato (chiuse la stagione al sesto posto) arrivato mestamente ultimo.



Rubrica nella Rubrica NOBILI DECADUTE
Come spesso ci accade all’interno di questa rubrica nella rubrica raccontiamo pagine non troppo felici legate alle vicende di squadre che hanno contribuito a scrivere la storia di questo sport. Questa volta voliamo in Irlanda per riassumere brevemente in poche righe la gloriosa ascesa, l’indecorosa fine e la speranzosa rinascita del Cork City. Nato nel non lontano 1984 nella città portuale irlandese ha disputato fino all’anno passato tutte le edizioni della Prima Divisione e al nono tentativo, nel 1993, riuscì a vincere il campionato nazionale al termine di un’infinita serie di spareggi. Da allora i nostri disputarono sempre ottime stagioni ma dovettero attendere ben 12 anni per trionfare di nuovo e conquistare il secondo storico scudetto. Sempre protagonista nella massima serie e con numerose apparizioni nelle varie Coppe europee, per il Cork City cominciano a manifestarsi i primi problemi finanziari nel 2008 che gli causarono dapprima solo una penalizzazione in classifica, ma successivamente, dopo una lunga battaglia legale la mancata concessione da parte della Lega Calcio Irlandese del permesso di iscriversi al campionato 2010; conseguenza naturale la liquidazione della società e lo scioglimento. Per fortuna le brutte notizie sono finite, quelle positive consistono nell’immediata costituzione di una nuova società denominata Cork City FORAS che sarà il suo legittimo successore. Il neonato team ottiene la possibilità di partecipare alla Seconda Divisione (dove c’è anche un’altra “nobile decaduta” di cui abbiamo parlato nella puntata n. 12) dove siamo arrivati all’undicesima giornata; per ora i nostri occupano il terzo posto, ottimo risultato anche se sono già 9 i punti di distacco dalla vetta e si evince che la pretesa di ritornare immediatamente in paradiso è un po’ esagerata, ma nei canali di questa città scorre una gran voglia di riscatto.




Rubrica nella Rubrica TOH, CHI SI RIVEDE
Nato e cresciuto calcisticamente a Siviglia 31 anni fa, ricordato soprattutto dai tifosi milanisti per i suoi trascorsi a Milano sponda rossonera, Josè Mari (nella foto in alto) gioca attualmente nella Seconda Divisione spagnola nel Gimnastic di Tarragona. Come accennato, il nostro protagonista di questa settimana, iniziò la sua scalata ai vertici del calcio dalla sua città, precisamente nella squadra riserve del Siviglia per poi esordire in prima squadra molto positivamente con 7 reti in 21 presenze. Se ne innamora l’Atletico Madrid, che a soli 19 anni lo ingaggia e lo lancia nel panorama europeo a tal punto da suscitare l’interesse dei dirigenti di Via Turati che non esitarono a sborsare 40 miliardi delle vecchie lire per portarlo in Italia. Col senno di poi possiamo tranquillamente asserire che quei soldi potevano essere spesi meglio, Josè Mari nel Milan disputa due campionati e mezzo mettendo a segno solo 5 gol. Fa così rientro in patria, dapprima in prestito di nuovo all’Atletico Madrid, poi al Villarreal con cui vince i suoi unici trofei cioè 2 Coppe Intertoto nel 2003 e nel 2004. Anche quest’ultima esperienza però non risulterà indimenticabile e decide di tornare a Siviglia ma stavolta dall’altra parte del Guadalquivir per giocare nel Betis Siviglia, poche presenze e un solo gol, da qui la decisione di scendere di categoria ed accettare l’offerta del Gimnastic. Nel campionato attuale la sua squadra viaggia a metà classifica e lui ha contribuito a questo risultato con 5 reti. In conclusione si potrebbe dire che col passare degli anni si è un po’ perso come giocatore, visto che dopo le prime esperienze si prospettava una carriera decisamente diversa.

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wjuventus2
commento del 13/05/2010 alle 09:59 in risposta a
Curioso
Come squadre mi è venuto in mente il Magdeburgo.. Si potrebbe parlare di questa squadra per la prox volta!! E come giocatori c'è anche il figlio di Crujiff, Jordi, del quale si potrebbe parlare..

Grazie mille per i suggerimenti, continua a seguirci e si parlerà sicuramente anche di loro...
RISPONDI

Curioso
commento del 13/05/2010 alle 09:39

Come squadre mi è venuto in mente il Magdeburgo.. Si potrebbe parlare di questa squadra per la prox volta!! E come giocatori c'è anche il figlio di Crujiff, Jordi, del quale si potrebbe parlare..
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