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VENTICINQUESIMA PUNTATA

…il punto sui campionati meno conosciuti ovvero basta che ci siano 22 uomini che calciano una palla…a cura di Daniele Mercati
Il Resto del mondo - 20/05/2010

Appuntamento fisso del giovedì, facciamo felici gli appassionati di calcio internazionale che in poche righe troveranno tutte le informazioni necessarie per sapere tutto sui vari campionati.





TURCHIA
La sorpresa più grossa di tutto il panorama mondiale arriva dalla Turchia dove trionfa per la prima volta nella sua storia il Bursaspor, quinta formazione turca capace di vincere il torneo, quindi già di per se un evento. “Se non lo vincevano quest’anno” verrebbe da dire, dal momento che le solite note hanno tentennato per tutta la stagione sottovalutando pericolosamente l’avversario che ha creduto fino in fondo alla conquista dell’obiettivo Nessun grande nome, nessun grande bomber, pochissimi stranieri in rosa che hanno creato un grande collettivo riuscendo a fare lo sgambetto a tutte le altre squadre che ai nastri di partenza sembravano molto più organizzate. Avevamo raccontato nella puntata n. 21 l’andamento del campionato non credendo fino in fondo nel risultato dei biancoverdi di Bursa, infatti all’ora erano in testa ma subito alla giornata successiva si sono fatti sorpassare dal Fenerbahce che si trovava in un buon periodo e si è portato fino alla vigilia dell’ultima giornata in testa, grazie a 8 vittorie consecutive. I capitolini però non avevano fatto i conti con il Trabzonspor che, prima gli ha soffiato la Coppa di Turchia vincendo la finale secca per 3-1 (grazie a questo risultato accede alla prossima Europa League), e dopo gli ha fatto perdere il titolo n. 18 inchiodandoli sull’1-1 e favorendo così il sorpasso definitivo sulla linea del traguardo da parte del Bursaspor vincente in casa con i campioni in carica, in una sorta di passaggio del testimone. Dunque entrambe le contendenti accedono alla Champions League ( i primi nel tabellone principale e i secondi ai preliminari), mentre in Europa League (oltre al già menzionato Trabzonspor) vanno anche il Galatasaray di Frank Rijkaard e gli ex campioni del Besiktas che chiudono appaiate al terzo posto, deludendo e non poco le aspettative.

POLONIA
Andatevi a rileggere la frase che concludeva il pezzo sul campionato polacco della puntata n. 15, questa la consideriamo la nostra miglior profezia. Azzardare pronostici non è mai facile, soprattutto nel calcio, infatti spesso ci tocca ammettere gli errori, ma stavolta abbiamo colto nel segno. Eravamo ad inizio Marzo, mancavano 11 turni alla fine del torneo e il Wisla Cracovia campione in carica (e vincente di 5 degli ultimi 7 titoli) era in testa, ma già dava segni di cedimento. Nelle giornate successive il margine di soli due punti è tornato ad aumentare fino a 4 punti, ma il Lech Poznan non si è mai dato per vinto tenendo sempre braccati i campioni che inevitabilmente sono arrivati ad inciampare fatalmente più volte. A quattro turni dalla fine si è avuto il primo segnale importante, il Wisla Cracovia perde in casa una partita dall’esito quasi scontato con una squadra, il Korona Kielce, che milita nelle parti basse della graduatoria, 0-1 il risultato finale. Gli inseguitori non si lasciano scappare questa occasione e vincono nettamente per 3 a 0 in trasferta. A questo punto solo un punto divide le due formazioni e la distanza rimane invariata ancora per una giornata (entrambe vincono le rispettive sfide per 3 a 0). Penultima giornata, turno infrasettimanale, fino al 90’ il Wisla Cracovia stava vincendo il derby cittadino con il Cracovia per 1-0 e il Lech Poznan pareggiava 1-1 sul campo del Ruch Chorzow, ma nel recupero succede l’incredibile, il Wisla subisce il pareggio con un autorete e il Lech segna il gol vittoria proprio con quel Sergei Krivets arrivato a Gennaio, sorpasso effettuato e la vetta della classifica cambia improvvisamente. Nell’ultimo turno le posizioni non cambiano più e il Lech Poznan può impazzire di gioia festeggiando il suo sesto scudetto atteso ben 17 anni, ora la prossima impresa sarà trattenere i suoi gioielli, Krivets appunto e il capocannoniere Robert Lewandowski (18 reti).

AUSTRIA
Abbiamo un po’ trascurato questo campionato, poco noto al grande pubblico, poco appetito dai grandi nomi del calcio internazionale, ma sicuramente di ottimo livello e molto avvincente. Si sono raccontate le gesta della Bundesliga austriaca solamente nella quinta puntata e ora rifacciamo volentieri un giro da queste parti per dare i verdetti finali. Vince il campionato, tanto per cambiare, il Salisburgo, non senza brivido finale, anche se aveva preso la vetta alla ventesima giornata e non l’ha più mollata fino alla fine. Il vantaggio che durante il cammino aveva accumulato ha raggiunto anche il volume di 8 punti, ma poi forse un rilassamento finale ha portato i campioni in carica a dover affrontare alla penultima giornata lo scontro diretto casalingo con l’Austria Vienna forte di 4 punti di distacco, e al 90’ minuto di questa sfida subiscono la rete che rimette in gioco il titolo, 0-1 il finale. Alle squadre inesperte un colpo del genere potrebbe portare ad entrare in campo nell’ultima giornata con le gambe tremanti, non al Salisburgo che in questi anni è in assoluto la squadra da battere in questi posti e così dopo 16 minuti di gioco il risultato era già fissato sul 2-0 in casa dello Sturm Graz e questo sarà anche il finale che consegnerà il titolo numero 6 al team (3 come Austria Salisburgo e 3 col nuovo nome dopo l’avvento della Red Bull), terzo negli ultimi quattro anni. I campioni saranno gli unici a rappresentare il loro paese nella prossima Champions League come da regolamento, mentre accedono all’Europa League la seconda e la terza classificate, le due squadre della capitale e anche le formazioni più titolate d’Austria, l’Austria Vienna e il Rapid Vienna. A far loro compagnia ci sarà lo Sturm Graz che ha vinto la Coppa nazionale battendo nella finale secca per 1-0 il Wiener Neustadt.

SERBIA
Com’era stato facilmente pronosticato nella puntata precedente (vedere la n. 22) il campionato serbo si sarebbe in pratica deciso a tre giornate dal termine quando le prime due della classe, incontrastate regine di questo torneo, si sarebbero trovate faccia a faccia senza nessun intermediario. Così è stato, un solo punto di vantaggio per il Partizan Belgrado alla vigilia della partita che però sono diventati 4 al fischio finale, perché con un gol nel secondo tempo affossa i rivali della Stella Rossa e si lancia in volata verso il 3° titolo consecutivo che diventa matematico la settimana successiva. Non poteva essere altrimenti visto che in tutto il campionato la casella “sconfitte” per il Partizan è rimasta a zero e su 30 partite ne ha vinte ben 24, difficile davvero fare meglio, anche per la Stella Rossa che per lunghi tratti è stata prima in classifica, ma nel finale con 3 sconfitte in 5 match ha ceduto un po’ troppo. Benchè abbiano perso l’obiettivo primario questi ultimi non hanno chiuso la stagione a bocca asciutta vincendo la Coppa di Serbia rifilando un perentorio 3-0 al Vojvodina che saluta così la possibilità di accedere all’Europa League. Ai blocchi di partenza della competizione europea minore ci saranno dunque, oltre ai vincitori della Coppa nazionale (arrivati secondi in campionato), anche la terza e la quarta, vale a dire OFK Belgrado e Spartak Zlatibor Voda promosso quest’anno nella massima serie.

SPAGNA
Bisognerebbe andare a spulciare le classifiche di tutti i campionati di anni e anni a ritroso e forse non si troverebbe niente del genere, e soprattutto in un campionato di primo livello come quello spagnolo. Vedere due squadre che hanno lottato dalla prima all’ultima giornata finire la competizione sfiorando entrambe la soglia dei 100 punti totali sta a significare l’enorme strapotere di questi due team e sottolinea anche il crescente divario tra loro e tutte le altre 18 compagini. Il Real Madrid con il suo faraonico mercato estivo non è riuscito a colmare il divario con il Barcellona, che trionfa per il secondo anno consecutivo (quarta volta negli ultimi sei anni), e colleziona anche l’ennesima pessima figura in campo continentale. Dunque Guardiola non ripete il triplete dell’anno passato, del resto era prevedibile, ma comunque arricchisce la già sconfinata bacheca del club con un nuovo trofeo. Dalle parti della capitale dovrà essere rivisto sicuramente qualcosa anche se aggiustare una rosa come la loro in teoria non dovrebbe essere difficile. Oltre alle due corazzate prenderanno parte alla prossima Champions League il rinato Valencia e il Siviglia (partirà dai preliminari) che in volata infrange i sogni del Maiorca, a lungo padrone di quella posizione. La squadra delle Baleari sarà protagonista in Europa League assieme al Getafe e all’Atletico Madrid di cui parleremo dopo. Prima un occhio alla zona retrocessione dove la situazione ingarbugliata alla vigilia dell’ultimo turno si è risolta con la discesa in Seconda Divisione dello Xerez autore di un bel recupero finale ma non sufficiente da evitare la retrocessione dopo un solo anno di permanenza nella Liga, del Tenerife incapace di fare punti anche con il già appagato Valencia e del Valladolid che per colpa di un calendario maledetto nell’ultimo turno aveva di fronte il Barcellona. Si salva il Malaga anch’esso dato per spacciato, ma il punticino strappato al Real Madrid vale oro e sicuramente deve dire grazie alle notizie che arrivavano da Barcellona. Dunque un discorso a parte merita l’Atletico Madrid, seconda squadra della capitale, senza le disponibilità economiche dei cugini più famosi, aveva cominciato la stagione molto male ma a conti fatti è riuscito a vincere l’Europa League e a giocare la finale di Coppa del Re, risultati di gran lunga più soddisfacenti dei blancos che in fondo qualcosina da imparare potrebbero averlo. La Coppa del Re invece prende la strada dell’Andalusia, la vince il Siviglia salvando una stagione sottotono e ripetendosi 3 anni dopo (quinta volta che alza questo ambitissimo trofeo); batte nella finale secca 2-0 l’Atletico Madrid, un risultato contrario sarebbe stato davvero troppo per l’orgoglio e le coronarie dell’universo Real Madrid.



Rubrica nella Rubrica NOBILI DECADUTE
Un salto in Svezia per raccontare la storia di un club dalla storia ultracentenaria che solo pochi anni fa dopo innumerevoli tentativi è riuscita a conquistare il suo unico titolo di campione svedese, ma nelle stagioni che sono seguite il team ha incontrato non pochi problemi e scopriamo insieme il suo presente. Fondato nel lontano 1897 in un quartiere operaio di Stoccolma, il club ha fatto la storia del calcio nella sua nazione sfiorando già la vittoria del campionato nel 1922 quando arrivò secondo. Tra continue discese in Seconda Divisione e risalite nella massima serie, servirono ben 60 anni per rivedere la squadra così in alto in classifica, ma il posto d’onore suonò ancora come una beffa. Fu a partire dal 1998 con l’arrivo al terzo posto che cominciarono i tempi migliori per l’Hammarby che finalmente, nel 2001 riuscì a vincere il primo agognato scudetto della sua storia e ancora un secondo e un terzo posto nel 2003 e 2006. In Europa la miglior esperienza fu quella del 2007 quando fu una delle 11 squadre a vincere la Coppa Intertoto e di conseguenza a conquistò il diritto a partecipare alla Coppa Uefa successiva. Il momento nero è arrivato al termine della stagione scorsa che ha visto i nostri protagonisti arrivare all’ultimo posto della classifica, conseguenza inevitabile la retrocessione in Superettan (la Seconda Divisione svedese) che è già cominciata e finora si sono disputate 7 partite. Unica squadra del torneo ancora senza pareggi ha portato a casa 3 vittorie e 4 sconfitte (le ultime due entrambe in casa per 1-0) quindi un ruolino che non fa ben sperare per il futuro più immediato, però data la giovane età dei componenti della rosa le basi per poter rivedere presto la luce ci sono tutte.




Rubrica nella Rubrica TOH, CHI SI RIVEDE
Raccogliamo la segnalazione di un utente per parlare molto volentieri di un figlio d’arte. In molti sono propensi a pensare che anche nel calcio, come nei vari rami dello spettacolo, spesso sia sufficiente un cognome nobile per affermarsi, ma vorrei precisare che questo non è il pensiero di chi scrive. Parliamo di Jordi Cruyff, figlio del grande Johan (36 anni, in alto nella foto), che ha saputo costruirsi negli anni una carriera propria e degna di ogni rispetto. Nella maniera più assoluta siamo convinti che società come Barcellona e Manchester United non guardino in faccia a nessuno e se decidono di puntare su un giocatore lo facciano a prescindere dalla propria carta d’identità. Cresciuto nelle giovanili dell’Ajax e del Barcellona esordisce in prima squadra proprio con i catalani e dopo un paio di stagioni passa al Manchester United dove rimane per 4 anni con una breve parentesi in prestito al Celta Vigo. Nel 2000 viene acquistato dall’Alaves e fu autore insieme ai suoi compagni (anche il protagonista di questa stessa rubrica nella puntata n. 15 Cosmin Contra) della mitica cavalcata della squadra spagnola nella Coppa Uefa di quell’anno dove arrivò fino alla finale di Dortmund arrendendosi solo ai supplementari al Liverpool per 5-4 (per la cronaca Cruyff segnò proprio il 4-4 a due minuti dal novantesimo). Il nostro si ferma 3 anni da queste parti poi torna a Barcellona per giocare nell’Espanyol, esperienza di un solo anno e poi decide di partire alla volta dell’Ucraina accettando le offerte del Metalurg Donetsk. Nell’estate del 2009 ha firmato un contratto con il Valletta, squadra della capitale di Malta, la piccola isola del Mediterraneo, scelta forse impopolare ma che dimostra una grande umiltà. Il campionato 2009/10 è finito con un secondo posto ad un solo punto di distacco dal Birkirkara (per Cruyff 19 presenze arricchite da 10 reti).

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cico
commento del 20/05/2010 alle 13:34 in risposta a
wjuventus2
Carsten Jancker si è ritirato alla fine della stagione passata...

Meno male..
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wjuventus2
commento del 20/05/2010 alle 13:26 in risposta a
cico
e io voglio sapere se gioca ancora quel cane di Kasper Janker...

Carsten Jancker si è ritirato alla fine della stagione passata...
RISPONDI

cico
commento del 20/05/2010 alle 13:12

e io voglio sapere se gioca ancora quel cane di Kasper Janker...
RISPONDI

wjuventus2
commento del 20/05/2010 alle 12:51 in risposta a
Boccia
io vorrei che un giorno parlassi anche di Kazuyoshi Miura.
Mio primo acquisto Japan al fantacalcio.
Sottovalutatissimo...

Si può fare, è ancora in attività!
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Boccia
commento del 20/05/2010 alle 12:44

io vorrei che un giorno parlassi anche di Kazuyoshi Miura.
Mio primo acquisto Japan al fantacalcio.
Sottovalutatissimo...
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wjuventus2
commento del 20/05/2010 alle 10:00 in risposta a
Accontentato
Grazie per la rubrica su Jordi Cruijff!!

Figurati, è sempre un piacere!
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Accontentato
commento del 20/05/2010 alle 09:56

Grazie per la rubrica su Jordi Cruijff!!
RISPONDI






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