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I giocatori di colore

Capitolo 13
Figli di un calcio minore - 18/07/2009

Questi giocatori ricoprono infatti solo due ruoli: stopper e centravanti. Dotati di una potenza fisica allucinante, sono sgraziatissimi ma efficaci. Stopper o centravanti che siano, la caratteristica che li accomuna è una: non curvano mai.
Se un centravanti di colore ti punta, va dritto. Probabilmente farà un po’ di finte, di movimenti strani, ma alla fine ti camminerà sopra. Se sei abbastanza grosso e coraggioso lo fermi, altrimenti ti passa sopra, punto. Detta così, sembra essere infermabile e in effetti lo è, il problema però è sempre quello: la curva. Prende la palla, ribalta tre o quattro avversari e va dritto verso l’area avversaria; se lo fa in direzione della porta c’è da stare attenti perché a un certo punto, spinto dall’istinto tirerà una castagna allucinante che finirà nel 38% dei casi nei denti del portiere; nel 41% dei casi altissima; nel 12% dei casi, in rete; nel restante 9% contro il palo. Il fatto è che molto spesso il centravanti di colore entra in area defilato e dritto davanti a sé non trova la porta ma il fondo. Qui, saltato l’ultimo avversario, tira dritto palla al piede, sradica la rete di recinzione e via, in mezzo ai campi verso Gavassa, poi hai voglia a chiamarlo indietro…

Lo stopper è la stessa cosa, ti arriva la palla, ti giri, pensi:”Adesso faccio gol” ma non arrivi alla g di gol che sei già in terra. Raso al suolo da un colosso di ebano che nel tempo di un tuo pensiero ti ha asfaltato, ti ha rubato la palla e l’ha già spazzata sulla tangenziale lì a fianco. Ti ritrovi accartocciato con lui che ti guarda da un centimetro e con quella faccia buona alla Weah ti dice: “Tutto bene?”.
Poi vabbè inutile dirlo. Hanno storicamente qualcosa in più… Come dire…sì insomma, per capirci: una stagione, al primo allenamento arriva questo ragazzo del Togo.

Finita la partitella si rientra negli spogliatoi e poi tutti sotto la doccia. Il colored, a fianco di Chicco: un ragazzino bianco come un morto, magro come un chiodo e diciamo, non dotatissimo. Yobo invece, fisico da guerriero, cantava felice insaponandosi e accennando qualche strana parola in italiano. Li guardavamo, uno a fianco all’altro, nudi, non fare paragoni era impossibile. Qualcuno dubbioso, ruppe il silenzio: ”Siamo sicuri che siano della stesse specie animale?…”.



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Jimmy
commento del 28/04/2009 alle 08:03

come sempre i commentatori non capiscono bene che Tama é della generazione ´70- inizio ´80.

´87 forse i nuovi hai ragione, ma ancora quando giocavo io di neri ce n'erano 4, dicevano avevan 17 anni ma erano tutti 7 volte piú grandi e mille anni piú vecchi di noi. e con dei fisici da UFO.

mi ricordo chiedere a uno: "ma come fai ad avere dei muscoli cosí?"

speravo mi rispondesse "sono nato cosí"

e invece disse "flessioni, vecchio. sempre, ogni volta che hai 5 minuti, giú per terra e flessioni. altro che 2 giri di campo"

e cosí capii che io i muscoli nun ce li avevo perché ero pigro...
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makkinho87
commento del 27/04/2009 alle 13:45

Non sono d'accordo sui primi punti del discorso. Magari una volta era così. Quando arrivavano i "primi africani" sui nostri campi da calcio. Da allora nacque la leggenda che ogni squadra forte avesse in rosa almeno 1 nero, e che questi andavano più forti. Ora non è più così. Con l'immigrazione di oggi, molti colored partono a giocare da piccoli e crescono nelle nostre scuole calcio dove imparano a giocare. Potrei fare esempi ma magari non sono conosciuto a livello dilettantistico. Ormai esistono neri di ogni tipo: dai tecnici ai rudi, dai mingherlini (mica tutti mangiano, sappiatelo) ai bei bisonti... Sta di fatto che il pezzo finale fa molto ridere. Ma anche lì avrei da ridire. A San Pellegrino e Barco ne sanno qualcosa... ahahahahaha
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Boccia
commento del 27/04/2009 alle 12:37

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