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NEWS - CINQUANTADUESIMA PUNTATA |
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CINQUANTADUESIMA PUNTATA …il punto sui campionati meno conosciuti ovvero basta che ci siano 22 uomini che calciano una palla…a cura di Daniele Mercati
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Il Resto del mondo - 30/12/2010
Continuiamo a servire ai nostri appassionati prelibati manicaretti…tutto quello che c’è da sapere sui campionati meno chiacchierati del panorama europeo ve lo raccontiamo noi!!!
REPUBBLICA CECA L’ultima analisi di questo campionato l’abbiamo fatta nella puntata n. 43, ora ritorniamo in terra ceca per fare il punto della situazione a bocce ferme, cioè in piena pausa invernale. Il campionato riprenderà alla fine di Febbraio e una pausa così lunga può essere, per alcune formazioni un bene, ma per altre può rivelarsi un bastone fra le ruote di un ingranaggio bel oliato che funziona a meraviglia. Se qualche settimana fa pensavamo che per i capoclassifica del Viktoria Plzen fosse più vera la seconda ipotesi, dopo un paio di risultati negativi ci siamo convinti che forse anche per loro un periodo di riposo potesse fare bene. Intendiamoci, al team che guidava e guida tuttora la graduatoria non è capitato nulla di così grave, solamente sono arrivati negli ultimi 5 turni le prime due sconfitte stagionali e il secondo pareggio che hanno fatto però ridurre il margine sulla seconda da 12 a 4 punti. A questo punto chi deve recriminare di più per il sopraggiungere della pausa sono proprio gli inseguitori che rispondono al nome dello Sparta Praga. I campioni in carica sono dovuti andare in ferie nel bel mezzo della loro miglior striscia positiva dell’anno, cioè 5 vittorie di fila che gli hanno fatto sfruttare a pieno i passi falsi del Viktoria Plzen. Al rientro in campo delle squadre quindi non sappiamo cosa ci aspetterà, di sicuro i capoclassifica hanno ancora un buon margine su cui speculare ma guai mettersi a fare calcoli, il 2011 sarà l’anno del loro centenario e festeggiarlo con la conquista del primo scudetto è un traguardo che a questo punto non deve sfuggire. Alla luce di questi risultati è aumentato anche il divario tra la seconda e la terza piazza con lo Sparta Praga che ha staccato i più diretti inseguitori di 6 punti mettendo sempre più al sicuro almeno una qualificazione alla prossima Europa League.
GERMANIA Ci caliamo nuovamente nella realtà della Seconda Divisione tedesca chiamata 2. Bundesliga dopo averlo fatto nella puntata n. 42: all’epoca eravamo ad inizio Ottobre e di giornate ne erano state giocate solo 7, ora siamo a metà del guado e di cose ne sono cambiate diverse. Partiamo col dire che al primo posto c’è una coppia formata dall’Hertha Berlino e dall’Augsburg, due team che stanno vivendo due momenti diametralmente opposti e che si sono affrontati nell’ultimo turno senza farsi male. L’Hertha Berlino, che potremmo tranquillamente definire una “nobile decaduta” del calcio teutonico, era partita benissimo calandosi perfettamente nel ruolo di dominatrice del campionato com’era ampiamente previsto, invece poi è sopraggiunta una crisi che nelle ultime 7 partite gli ha fatto portare a casa 7 punti, ma il dato più allarmante è quello dei gol segnati: solo 5 in questo periodo, 3 dei quali realizzati dal giovane Lasogga pescato tra la squadra riserve del club. Per l’Augsburg invece gli ultimi due mesi sono stati più che floridi: a partire dalla 9’ giornata, quando il club veniva da 4 sconfitte consecutive, la vittoria non è arrivata in sole due occasioni quando i rossi sono stati fermati sul pareggio; quindi l’imbattibilità del club dura da 9 turni e ci sono tutti i buoni propositi per continuare su questa strada e provare a conquistare la storica prima promozione nella massima serie. A dire il vero, le due compagini che hanno chiuso il girone d’andata in testa a braccetto, non possono sentirsi a pieno campioni d’inverno perché c’è un terzo incomodo che staziona al terzo posto e che ha una partita da recuperare: si tratta della sorpresa del torneo, quell’Erzgebirge Aue a cui avevamo già accennato che da neopromossa potrebbe giocare un brutto scherzo a tutti ritornando ai fasti di un tempo. In ogni caso a guardare la classifica nel suo complesso scopriamo che la stessa è molto corta e perciò aperta ancora a numerosi ribaltoni; diverse sono le compagini pronte a portarsi nei primi posti a cui, per fare questo, servirebbero una piccola serie di risultati positivi.
SPAGNA La Seconda Divisione spagnola, ufficialmente Liga Adelante, è un altro torneo molto appassionante in cui sono inserite diverse formazioni dal recente passato glorioso. Cominciamo col dire che da quest’anno la formula che determinerà la promozione nella Liga è leggermente cambiata: non più le prime tre classificate al termine del campionato saranno promosse direttamente, ma solo le prime due; per avere il nome del terzo club promosso occorrerà aspettare la coda dei playoff che si disputeranno tra le 4 squadre che arriveranno tra il 3° e il 6° posto. Detto questo la classifica ora va guardata in modo diverso, i team che puntano al bersaglio grosso dovranno assicurarsi almeno il secondo posto per non rischiare di essere beffati agli spareggi. Veniamo all’attualità: il torneo è arrivato alla 17’ giornata, ne mancano dunque 4 al giro di boa, e rispetto all’analisi precedente (vedere la puntata n. 43) troviamo ai primi 3 posti le stesse squadre di due mesi fa ma non più tutte alla pari in vetta. Al primo posto si è staccato il Betis Siviglia che già indicavamo come candidata numero 1 per un posto promozione, la seconda squadra di Siviglia viaggia in perfetta media da salto di categoria, era dalla stagione 2001/2002 che dopo 17 tornate la squadra in vetta non aveva almeno 39 punti e si trattava dell’Atletico Madrid alla sua ultima stagione in Seconda Divisione. Al secondo ed al terzo posto troviamo il Rayo Vallecano e il Celta Vigo separate da un punto a favore dei primi; la quarta posizione è staccata rispettivamente di 6 e 5 punti, ma in base alle nuove regole enunciate all’inizio, se così dovessero continuare ad andare le cose, una delle due compagini dovrà accontentarsi della roulette degli spareggi. Ovviamente per gli altri 3 posti messi a disposizione dai playoff c’è molta bagarre con diverse formazioni impegnate in questa lotta: da notare come in questa disputa siano inserite anche due “formazioni riserve” di due club molto prestigiosi di Prima Divisione che per questo motivo non possono ambire alla promozione, si tratta del Barcellona B e del Villarreal B. Questi gruppi infarciti di giovani sono l’orgoglio delle case madri che lì sperano di formare, e spesso ci riescono, i campioni del futuro.
AUSTRIA Scattiamo una bella istantanea sul campionato austriaco dove si è giocato fino ad inizio Dicembre e ora si lavora per preparare la ripresa delle ostilità fissata per i primi di Febbraio. Tutti i recuperi sono stati giocati così che si può tracciare un primo bilancio veritiero di questa parte di stagione. Il più importante dei match rinviati si è disputato a fine Novembre e metteva di fronte i campioni in carica del Salisburgo impegnati nella rincorsa alle prime posizioni e lo Sturm Graz in cerca di conferme per capire se le ambizioni di scudetto erano fondate. Il risultato è stato netto, 2-0 per il Salisburgo con ringraziamenti finali del Ried. Prima di parlare di questo nome nuovo, sottolineiamo che i due team sopracitati dopo appena 18 giorni si sono ritrovati di fronte per la 19’ giornata di calendario e l’esito è stato praticamente lo stesso: nuova vittoria del Salisburgo, stavolta per 2-1. Questo doppio risultato ha ridimensionato lo Sturm Graz che in questo modo si è fatto raggiungere proprio dai loro giustizieri e ha visto allontanarsi la vetta di 4 punti. La vetta appunto, è occupata dal Ried, team dell’Alta Austria che ha nel secondo posto del 2006/2007 il suo migliore risultato. I neroverdi, che l’anno passato hanno chiuso al terzultimo posto, stanno vivendo una stagione di grazia: innanzitutto bisogna dire che sono una squadra giovane che fanno dell’entusiasmo la sua arma migliore; guardano tutti dall’alto grazie alle 12 vittorie, 6 sconfitte e un solo pareggio stante a significare la mentalità di questo gruppo che ha nelle sue colonne portanti 3 spagnoli pescati dalla dirigenza nella Terza Divisione iberica. Vedremo nel 2011 dunque gli sviluppi di questo campionato così vicino a noi.
BULGARIA Anche in Bulgaria il campionato è fermo per la pausa invernale e si fanno i conti quando siamo a metà della gara. Ci eravamo lasciati con il Litex Lovech che aveva appena portato a termine la sua “operazione aggancio” e ora gli stessi campioni in carica hanno chiuso brillantemente un’altra fase che potremmo definire “operazione allungo”. Sì, perché i campioni in carica, dopo aver vinto lo scontro diretto con il Levski Sofia, non si sono più fermati conoscendo solo un risultato, la vittoria. La striscia positiva di successi consecutivi per il Litex Lovech è arrivata a 8, 10 se aggiungiamo anche la Coppa nazionale. Il gap di 5 punti formatosi tra prima e seconda quindi è gran parte demerito del Levski Sofia che dopo essere uscito sconfitto dal match clou ha raccolto ancora una battuta d’arresto ed un pareggio lasciando campo libero agli avversari. La sfida certamente non si può considerare conclusa ma sappiamo tutti come il Litex Lovech sia ormai una squadra esperta capace di gestire al meglio certe situazioni. In Primavera ci sarà una sfida in più che inasprirà ancora di più i rapporti tra i due club, infatti i quarti di finale della Coppa nazionale li faranno scontrare nuovamente. In ottica qualificazione alla prossima Europa League (in Bulgaria accedono la seconda e la terza del campionato più la vincente della Coppa), registriamo un buon recupero del CSKA Sofia che grazie a 4 vittorie ed un pareggio nelle ultime 5 uscite si è portato a 2 punti dal terzo posto. Per chiudere una curiosità: la miglior difesa di tutto il torneo continua ad essere quella del Chernomorets Burgas, solo 7 reti subite in 15 incontri; peccato che abbinata a questa ottima retroguardia non ci sia un altrettanto valido attacco (12 le marcature totali); con questi numeri va da sé che il risultato più frequente per loro sia lo 0-0 (ben 6 volte).
Rubrica nella Rubrica IL PIATTO FORTE D’ora in poi le “Trofie al pesto” saranno un po’ indigeste ad Antonio Cassano. Anche se questo piatto può essere degustato in ogni parte d’Italia raggiunge i suoi massimi livelli di gusto in Liguria grazie alla versione originale del pesto, quella genovese. A Genova Cassano era stato accolto come un re, tutti i tifosi blucerchiati che hanno ancora vivo il ricordo del loro idolo Roberto Mancini hanno visto in lui l’uomo capace di poter ripetere le gesta dell’indimenticato numero 10. Se di Antonio Cassano non si può discutere il tasso tecnico, riconosciutogli all’unanimità, altrettanto non si può fare con il lato caratteriale; questo è sempre stato il suo problema principale in tutte le squadre in cui ha militato e con tutti gli allenatori che ha avuto. Famosi in tutto il mondo sono diventati i suoi comportamenti, tanto da essere coniato un vocabolo ad hoc per identificare gli stessi: “la cassanata”. Più di una volta questi suoi atteggiamenti dentro e fuori dal campo hanno messo in imbarazzo i propri allenatori e i propri dirigenti. Col passare degli anni gli spigoli del suo carattere sembravano essersi smussati finchè non si è arrivati al triste episodio di qualche mese fa che l’ha visto protagonista di sconsiderate esternazioni nei confronti del suo presidente Garrone. Se finora gli si era perdonato quasi tutto, questa volta il numero uno blucerchiato ha puntato i piedi portando il caso fino al collegio arbitrale, ma comunque deciso di scrivere la parola fine sull’esperienza del talento barese in maglia doriana. E così è stato, Cassano si è ritrovato a ripartire ancora una volta da zero, senza squadra a metà stagione, proprio nell’anno in cui aveva ritrovato la Nazionale grazie al nuovo CT Prandelli e proprio su di lui erano riposte le maggiori aspettative per il rilancio degli azzurri. Dopo varie voci di mercato sembrava che nessuno si volesse portare in casa la patata bollente, ma alla fine la grande famiglia del Milan, formata da senatori in grado di mettere il nostro finalmente sulla retta via, lo ha accolto. Eh sì, siamo convinti che proprio lo spogliatoio d’Italia meno adatto a giocatori un po’ naif sia l’habitat ideale da cui ripartire, ma allo stesso tempo essere circondati da fior fior di campioni (un po’ come al Real Madrid) e non ricoprire più il ruolo di primadonna potrebbe offuscare la stella di Antonio da Bari vecchia. La sfida è interessante, sia per lui che per Galliani, vedremo se a fine anno Cassano potrà mangiarsi di nuovo un bel piatto di “Trofie al pesto” senza masticare amaro.
Rubrica nella Rubrica TOH, CHI SI RIVEDE Svizzero di nascita, ma italiano di origini lo abbiamo ritrovato all’opera: è Ciriaco Sforza (40 anni, nella foto in alto). Il centrocampista elvetico transitato nel nostro campionato nell’annata 1996/1997 per vestire la maglia dell’Inter chiaramente ha appeso le scarpette al chiodo e ora fa l’allenatore. In Italia fu chiamato da Sir Roy Hodgson che lo conosceva bene per averlo allenato quando era commissario tecnico della Svizzera, ma con in nerazzurri non si tolse molte soddisfazioni finendo al terzo posto in campionato e perdendo anche la finale di Coppa Uefa ai rigori contro lo Schalke 04. Lasciò così il Belpaese dopo solo un anno di permanenza e ritornò al Kaiserslautern, dove aveva già militato nel biennio tra il 1993 e il 1995; nella città tedesca, il nostro protagonista riuscì in un’impresa più unica che rara, vincere il campionato vestendo i panni di neopromossa. Probabilmente questo è il capolavoro della sua carriera anche se non la vittoria più prestigiosa, visto che nel 2001, quando nel frattempo era passato al Bayern Monaco, conquistò la Champions League grazie ai calci di rigore, stavolta sì amici. In quella finale giocata guarda caso a Milano lui era in panchina e in tutti i 120 minuti di gioco non fu impiegato, segno che la città meneghina proprio non gli porta fortuna. Dopo aver vinto l’anno successivo anche la Coppa Intercontinentale con i bavaresi ritornò per la terza volta a Kaiserslautern dove chiuse la sua carriera da giocatore. Immediatamente dalla stagione seguente fu il Lucerna, squadra del suo paese, ad offrirgli la prima guida tecnica della sua nuova avventura: in riva al lago rimase quasi tre anni, poi fu allontanato per l’andamento poco felice del team, così che dall’anno scorso fino al presente Sforza allena il Grasshoppers, club di Zurigo. Dopo l’ottimo terzo posto della passata stagione, in quella corrente non si sta confermando agli stessi livelli, anzi: “le cavallette” a metà torneo occupano l’ultimo posto in classifica e nel girone di ritorno dovranno cercare in tutti i modi di invertire la rotta. Con un allenatore del genere, ogni traguardo si può raggiungere, la carriera da mister è appena iniziata ma siamo sicuri che durerà a lungo, magari il tempo necessario per regolare qualche conto soprattutto nel nostro paese.
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Boccia
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commento del 30/12/2010 alle 19:17
Grande Merca. Ottimo articolo come sempre.
Ringrazio te e gli altri collaboratori per il grosso lavoro che settimanalmente, anzi quotidianamente, svolgete per la buona riuscita del sito.
BUON 2011 A TUTTI!
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wjuventus2
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commento del 30/12/2010 alle 09:21 in risposta a molly anche questa settimana il piatto forte si adatta perfettamente al caso...se le meriterà Cassano le così buone trofie al pesto?!
Mi sa di no...d'ora in poi si sbafferà delle ottime cotolette alla milanese...
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molly
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commento del 30/12/2010 alle 08:43
anche questa settimana il piatto forte si adatta perfettamente al caso...se le meriterà Cassano le così buone trofie al pesto?!
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SANDRO SIRSI (PREP.PORT.)
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