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CINQUANTATREESIMA PUNTATA

…il punto sui campionati meno conosciuti ovvero basta che ci siano 22 uomini che calciano una palla…a cura di Daniele Mercati
Il Resto del mondo - 06/01/2011

Primo appuntamento dell’anno con la nostra rubrica, dopo abbondanti mangiate e un meritato riposo ci si può rilassare con la lettura dei nostri articoli provenienti dai campionati di tutta Europa.






OLANDA
Anche in Olanda si festeggia il Natale e il campionato di calcio sarà in ferie fino al 19 Gennaio prossimo. I turni giocati finora sono 19 anche se c’è qualche importante partita da recuperare. Cominciamo subito col dire che non vorremmo essere additati come jettatori, per usare una parola non troppo dura, ma purtroppo in questo caso i fatti ci giocano contro. Nella puntata n. 46 mettevamo in risalto come il Twente campione d’Olanda in carica stesse continuando sulla buonissima strada imboccata l’anno passato essendo in vetta alla classifica e ancora senza sconfitte. Non avevamo ancora neanche finito di scrivere che il Twente entra in crisi e colleziona immediatamente due KO consecutivi (3 se si conta anche quello in Champions League contro l’Inter) e poche settimane dopo arriva anche il rovescio di Heerenveen con il punteggio finale di 6-2. La squadra di Enschede ha così perso la vetta a favore del PSV che, anche se non si può definire uno schiacciasassi, grazie al suo attacco spumeggiante riesce sempre a cavarsela. La squadra che, fra quelle di testa, sta più deludendo è sicuramente l’Ajax (che nel frattempo ha sostituito in panchina il dimissionario Martin Jol con la sua ex bandiera Frank De Boer): i lancieri capaci di chiudere lo scorso torneo con una differenza reti di +86 grazie alle oltre 100 reti segnate quest’anno stanno incontrando non poche difficoltà, proprio in fase realizzativa. Maggiormente sta mancando all’Ajax l’uomo di punta che tutti aspettavano, anche dopo l’ottimo Mondiale disputato, Luis Suarez. L’uruguaiano l’anno passato dopo 19 turni aveva già messo a segno 18 reti, nella stagione corrente sono “solo” 7 le reti in 13 presenze; probabilmente lui stesso sente di non riuscire a rendere al meglio quando invece pensava che questo potesse essere l’anno di consacrazione, e la dimostrazione si è avuta nel brutto episodio che l’ha visto protagonista nel big-match contro il PSV quando ha morso all’orecchio un avversario: la conseguenza è stata una squalifica per 7 giornate di cui solo 3 già scontate. Chiudiamo parlando del Willem II, squadra gloriosa con 3 campionati vinti nel palmares e capace di rimanere nella massima serie olandese dal 1987 ad oggi: salvatosi agli spareggi l’anno passato, in questa stagione sta toccando il fondo; la squadra occupa l’ultimo posto con soli 4 punti e ancora a secco di vittorie: per salvarsi ora servirà un miracolo visto che il penultimo posto dista già 6 punti.

SCOZIA
Riprendiamo il filo della Scottish Premier League perso per diverso tempo. Era la fine di Settembre quando, nella puntata n. 41, avevamo introdotto l’edizione 2010/2011 del torneo; ovviamente il tema dominante che lascia poco spazio a tutte le altre considerazioni è la lotta tra i Rangers Glasgow e i Celtic Glasgow che trova la sua massima espressione negli scontri diretti (chiamati “old firm”). Questa analisi giunge infatti all’indomani di uno di questi match clou giocato il secondo giorno dell’anno ad Ibrox, la casa dei Rangers Glasgow, ma andiamo con ordine. I due squadroni si sono presentati al primo scontro diretto di fine Ottobre in perfetta parità a braccetto al primo posto a punteggio pieno dopo 8 giornate e quell’incontro ruppe l’equilibrio: i campioni in carica hanno espugnato la casa dei Celtic Glasgow con un secco 3-1 e si sono portati avanti in graduatoria. Il primo posto solitario dei Rangers Glasgow è durato fino alla giornata numero 19 quando, complice il maltempo e i tanti rinvii si sono visti scavalcare dai rivali che però vantavano due partite giocate in più. Con questa situazione ci si è presentati al secondo “old firm” del 2 Gennaio e i biancoverdi gasati dalla vetta ritrovata si sono presi la rivincita rifilando un netto 2-0 ai nemici. Ora la classifica recita Celtic Glasgow 45 e Rangers Glasgow 41 ma con due partite da recuperare, quindi potenzialmente ancora primo. Tutta questa premessa sta a significare che la lotta sarà, come ampiamente prevedibile, serrata ed incerta fino all’ultimo, anche perché, ribadiamo ancora una volta che da quest’anno per gli scozzesi il ranking UEFA riserva per loro una brutta sorpresa cioè solo la squadra vincitrice del torneo accederà ai preliminari della prossima Champions League. Per quanto riguarda il terzo posto, che vale l’ultimo accesso all’Europa League e l’onore di essere il primo club dopo le due dominatrici inarrivabili, l’Hearts in striscia positiva da 9 partite (8 vittorie e un pareggio) ha messo un margine di 9 punti davanti alla più diretta inseguitrice.

SLOVACCHIA
Fino a fine Febbraio anche in Slovacchia il mondo pallonaro se ne sta fermo a fare i conti con la prima parte di campionato. Chi, come lo Zilina, sta dominando il campionato e si avvia a conquistare il sesto scudetto della sua storia diventando così la squadra più titolata del paese probabilmente starà pensando a come rafforzare la rosa per poter centrare nuovamente la qualificazione ai gironi di Champions League, anche se non sarà per nulla facile; chi invece, come lo Slovan Bratislava, campione di Slovacchia due anni fa e secondi per un soffio l’anno scorso sta vivendo una bruttissima stagione dovrà approfittare di questa pausa per riordinare le idee e di invertire la rotta non appena si riapriranno le danze. Infatti sorprende molto di più la crisi dei capitolini che l’andamento dello Zilina: lo Slovan Bratislava, perso lo scontro diretto di cui si rendeva conto nella puntata n. 44, ha subito un contraccolpo psicologico che gli ha fatto pareggiare tutte e cinque le partite giocate successivamente. Lo Zilina ora ha staccato quelli che ad inizio stagione dovevano essere i rivali più pericolosi di 12 punti e si deve guardare le spalle da altre formazioni che comunque distano almeno 6 punti. Le più dirette inseguitrici dunque (Senica, Banska Bystrica e Spartak Trnava) sono tutte squadre che non hanno mai vinto il campionato e francamente non sembrano attrezzate per fare in modo che questo avvenga quest’anno, almeno finchè avranno di fronte uno Zilina del genere. Più verosimilmente queste compagini si giocheranno il secondo e il terzo posto che valgono l’accesso all’Europa League, traguardo in qualche modo storico soprattutto per il Senica che dopo la fusione dell’anno scorso con il glorioso Inter Bratislava la raggiungerebbe per la prima volta.

SLOVENIA
Continuiamo con il nostro giro di analisi di campionati fermi per la pausa invernale e facciamo tappa anche in Slovenia. Le ultime partite ufficiali si sono giocate il 27 Novembre poi il maltempo ha preso il sopravvento e ha fatto rinviare numerosi incontri nonché interamente gli ultimi 3 turni del 2010; da programma le attività agonistiche dovevano riprendere ai primi di Marzo ma non si esclude che la Federazione anticipi il ritorno alle ostilità per non intasare eccessivamente il calendario in Primavera. Dall’ultimo focus di questo torneo (vedere la puntata n. 45) non è cambiato granchè, il Maribor continua ad occupare il primo posto mantenendo la propria imbattibilità (con le ultime 6 dell’anno passato sono 25 consecutive le partite senza sconfitte), ma soprattutto continua a subire pochissime reti (2 nelle ultime 6 uscite): questo fa sì che la propria marcia proceda senza grossi intoppi. La più diretta inseguitrice è sempre il Domzale che rispetto a 4 giornate fa potrebbe accorciare di due punti la distanza dalla vetta vincendo la partita in più che deve recuperare rispetto al Maribor. Per trovare la prima variazione in classifica bisogna arrivare al terzo posto dove incontriamo ora il Koper campione in carica che, rispetto all’inizio stentato, sta viaggiando ad un buon ritmo (5 vittorie nelle ultime 7 partite); questo buon momento ha prodotto il sorpasso al Nafta che già segnalavamo in forte crisi ad inizio Novembre e che ha chiuso il 2010 in modo pessimo allungando a 9 gli incontri senza ottenere i 3 punti. Chiudiamo dando un occhio al comportamento della protagonista della rubrica “NOBILI DECADUTE” della puntata n. 4, l’Olimpia Lubiana: grazie a due vittorie nelle ultime due gare disputate ha potuto passare un Natale un po’ più tranquillo, l’ultimo posto occupato per diverse settimane aveva fatto riemergere i fantasmi del passato.

SVIZZERA
A pochi passi da casa nostra il campionato della Confederazione Elvetica (se vi siete mai chiesti cosa significa CH sulle targhe svizzere vuol dire proprio questo, Confederatio Helvetica, nome ufficiale derivante dal latino) è giunto alla sua metà esatta, 18 giornate giocate sulle 36 totali. Naturalmente anche qui tutto fermo per le ferie invernali con la ripresa dell’operato fissata per inizio Febbraio. Questa edizione del torneo è particolarmente incerta ed appassionante con almeno 3 squadre in lotta per il primo posto: insieme allo Zurigo e al Basilea c’è il Lucerna, autentica sorpresa di quest’anno. Il team della città del famoso lago l’avevamo troppo frettolosamente già data per morta nell’analisi precedente (vedere la puntata n. 45), invece nell’ultimo periodo ha saputo riprendersi e si è meritatamente aggiudicata il titolo di campione d’inverno. Tutto ciò è potuto accadere perché le altre due formazioni più blasonate non riescono a trovare la giusta continuità di risultati che gli permetterebbe di staccare le avversarie. Per il Basilea il problema principale sono i troppi impegni, la Champions League mette sempre molta pressione addosso sottraendo energie alla squadra. Lo Zurigo invece dovrebbe imparare a gestire meglio le partite, troppi i punti persi nei finali di gara e troppi i pareggi ottenuti, bisognerebbe rischiare qualcosina in più per cercare certe partite di vincerle anche a costo di perderle. Infine spendiamo due parole sullo Young Boys che così bene si era comportato l’anno scorso sfiorando la vittoria dello scudetto: nella stagione in corso la marcia non è altrettanto buona e il girone di andata si è chiuso al quinto posto con 8 punti di ritardo dalla prima; il club della capitale per ora si può consolare però con il passaggio dei gironi di Europa League, a Febbraio nei sedicesimi di finale se la vedrà con lo Zenit San Pietroburgo.


Rubrica nella Rubrica IL PIATTO FORTE
E’ giunto il momento di un bel secondo, e quale secondo esiste migliore di una bella “Fiorentina”? Se in cucina questo piatto è sempre ai primi posti della classifica delle preferenze, altrettanto non si può dire del suo alter ego calcistico. Parliamo ovviamente della “viola”, una delle squadre più amate d’Italia, non solo dalla gente di Firenze. La stagione in corso, per la squadra e la società, è sicuramente al di sotto delle aspettative: vediamo di mettere a fuoco quali possono essere le maggiori cause. Il primo problema sicuramente è stato l’addio di Cesare Prandelli: per la Fiorentina si è chiuso un ciclo e rimpiazzare dopo 5 anni il tecnico bresciano, che in Toscana ormai era stato eletto a idolo, al primo colpo era quasi impossibile; è stato scelto Mihajlovic, allenatore con poca esperienza che ha ecceduto nei proclami di inizio stagione. Seconda causa a nostro avviso è il mercato deficitario: Corvino in estate non ha lavorato ottimamente per costruire una squadra competitiva in grado di lottare per i primi posti, senza accorgersi che nella fascia di appartenenza della “viola” le avversarie si stavano rafforzando decisamente; questo discorso trova conferme nei fatti post-infortunio di Jovetic, dietro di lui non c’è un uomo all’altezza in grado di sostituirlo, ora c’è il mercato di riparazione e vedremo cosa succederà anche se riparare a tutti gli errori estivi sarà dura. Altro problema è sicuramente Adrian Mutu: una società seria non può ancora dipendere dai comportamenti di questo giocatore che, seppur valido, ormai ne ha combinate di tutti i colori; pensiamo che tra squalifiche per doping, condanne a maxi-risarcimenti e risse nei locali ce ne sia abbastanza, la Fiorentina a nostro avviso avrebbe già dovuto disfarsene. Forse il quadro non è neanche completo, ma abbiamo voluto mettere l’accento sugli aspetti più rilevanti: auguriamo alla Fiorentina di riprendersi presto e di far diventare il suo nome sempre più popolare…non solo a tavola!



Rubrica nella Rubrica TOH, CHI SI RIVEDE
Se qualcuno dovesse chiedersi che fine ha fatto Deco (nella foto in alto), il talentuoso centrocampista portoghese ex Barcellona e Chelsea queste poche righe lo riveleranno facendo una brevissima biografia del campione. Nato in Brasile 33 anni fa, ma trasferitosi da giovanissimo in Portogallo di cui ne ha poi preso la nazionalità, è diventato uno dei calciatori più forti degli anni 2000 riuscendo a mettere insieme un palmares davvero invidiabile. Per sintetizzare il discorso potremmo dire che tutto quello che Deco ha toccato nella sua carriera si è trasformato in oro: per trovare conferma a questa affermazione basta guardare i club in cui il nostro ha giocato e si scopre ben presto (ad eccezione dei primi club portoghesi delle serie minori) che con tutte le squadre è riuscito a vincere il campionato del paese di appartenenza. L’ultimo scudetto in ordine di tempo Deco l’ha portato a casa con quello che, da Agosto scorso, è il suo nuovo club, la Fluminense; in ordine di tempo questo titolo è arrivato dopo quelli vinti con il Porto, il Barcellona ed il Chelsea, senza contare che nella sua bacheca ci sono anche due Champions League vinte con due team diversi (Porto e Barcellona), impresa riuscita a pochi calciatori. A 33 anni suonati però, Deco non trovava più un grande spazio nel Chelsea, spesso relegato al ruolo di panchinaro e un giocatore con la sua personalità questo non lo può accettare; dunque Anderson Luis de Souza, questo il suo nome completo, durante la scorsa estate ha deciso di lasciare il vecchio continente per giocare da professionista nel paese che gli ha dato i natali e alla sua prima esperienza ha fatto tornare la Fluminense sul gradino più alto del podio dopo 26 anni. Come sempre nella sua carriera, ha risposto con i fatti a chi gli ha dato fiducia e la sfida verdeoro non finisce certo qui: in questo 2011 ci saranno altri traguardi da perseguire (leggi, la Coppa Libertadores) e avere in rosa uno come lui è già mezza garanzia di successo.

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