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NEWS - CINQUANTAQUATTRESIMA PUNTATA |
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CINQUANTAQUATTRESIMA PUNTATA …il punto sui campionati meno conosciuti ovvero basta che ci siano 22 uomini che calciano una palla…a cura di Daniele Mercati
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Il Resto del mondo - 13/01/2011
La nostra rubrica non si ferma mai: abbiamo scovato un nuovo personaggio che in molti si erano dimenticati e siamo andati a curiosare nei campionati esteri spaziando da est a ovest…senza confini!
POLONIA Mentre i freddi campi polacchi sono tutti ricoperti di neve e i giocatori si godono la pausa invernale, soprattutto i dirigenti sono al lavoro per aggiustare le rose in vista della ripresa delle ostilità o magari per piazzare qualche pezzo pregiato nei campionati più quotati d’Europa. Prima di queste ferie però si sono giocate altre 3 giornate dopo l’ultima nostra analisi della puntata n. 46 così che ora siamo perfettamente a metà del guado. Campione d’inverno si è laureato lo Jagiellonia Bialystok che abbiamo già presentato in precedenza: questa formazione occupa la prima posizione praticamente dalle prime giornate anche se ultimamente sta perdendo colpi (sono solo 2 le vittorie nelle ultime 6 partite) e dietro le avversarie si avvicinano in modo pericoloso. La compagine più in forma dell’ultimo periodo è stata senza dubbio il noto Wisla Cracovia che, grazie ad un Novembre straordinario dove ha colto 4 vittorie su 4 segnando 7 reti senza subirne neanche una, si è candidata ufficialmente come anti-Jagiellonia Bialystok dopo una prima parte di campionato dove aveva sonnecchiato bazzicando sempre a metà classifica. Ora il Wisla Cracovia ha raggiunto il secondo posto a sole 3 lunghezze dalla vetta ma alla ripresa del torneo fissata per fine Febbraio non si sa se riuscirà a riprendere il cammino interrotto, soprattutto a causa delle numerose operazioni di mercato che sta facendo, una su tutte la cessione dei due uomini simbolo del team, i gemelli Brozek (Pawel l’attaccante due volte capocannoniere di Polonia e Piotr il centrocampista) trasferitisi al Trabzonspor. Al secondo posto si trova anche il Legia Varsavia che ha vinto il campionato l’ultima volta nel 2006: i capitolini ancora a secco di pareggi hanno subito troppe sconfitte (già 6 in 15 partite) anche se le 6 vittorie negli ultimi 7 turni fanno ben sperare. Tutte queste premesse fanno capire che il girone di ritorno sarà molto aperto ed avvincente e che l’assegnazione dello scudetto è ancora molto incerta.
UNGHERIA Dopo 16 giornate disputate e tutti fermi a scartare i regali, facciamo il punto della situazione del campionato magiaro. Partendo dalla protagonista numero uno, il Videoton, diciamo che regalo più bello sotto l’albero non avrebbero potuto trovare e cioè il massimo vantaggio di punti sulla seconda in classifica di tutto l’anno; sono 7 ora le lunghezze che separano la compagine che sta cercando con tutte le forze di portare a casa il primo scudetto della sua storia dalle più dirette inseguitrici. Gran parte delle proprie fortune stagionali il Videoton le deve all’esplosione del bomber brasiliano ormai adottato dall’Ungheria Andre Alves: per lui sono già 14 le reti in 15 presenze quando l’anno passato si era fermato a 15 gol in 30 apparizioni. Per i rossoblu di Szekesfehervar la concentrazione dovrà rimanere alta fino alla fine visto che già l’anno scorso occuparono il primo posto per lunghi tratti salvo poi essere superati nel finale dal solito Debrecen. Proprio quest’ultimi sembrano molto in difficoltà: con uno sforzo immane sono riusciti a vincere quattro partite consecutive tra l’11’ e la 14’ giornata portandosi a -3 dal primo posto, poi però nei due turni che hanno preceduto la sosta invernale hanno messo in cascina solo un punto e sono di nuovo scivolati a -8. In questo appuntamento vogliamo spendere qualche parola in più per la vera sorpresa del torneo, quel Kaposvar che è risalito nella massima divisione nel 2004 ed ha nel 6° posto del 2007/2008 il suo miglior risultato di sempre; dopo 16 turni staziona al secondo posto in piena lotta per conquistare la prima storica qualificazione ad una coppa europea. Anche il glorioso Ferencvaros, “Nobile decaduta” della puntata n. 5, sta disputando una buona stagione, la rinascita non è ancora completata ma siamo sulla strada giusta.
INGHILTERRA Se nella precedente disamina della Premier League raccontavamo di avvenimenti clamorosi, in questo nuovo aggiornamento dopo le numerose partite giocate durante le feste le notizie continuano ad essere molto interessanti. Non si può fare a meno di iniziare il discorso partendo dal Chelsea: è veramente strano e inconcepibile, ma questo è il bello del calcio, come una squadra da un momento all’altro possa subire una metamorfosi del genere. Il team di Ancelotti era già in crisi qualche settimana fa quando era stato agganciato in vetta dal Manchester United, ma ora la situazione può definirsi disastrosa: in campionato il Chelsea ha vinto solo 1 delle ultime 9 partite ottenendo 7 miseri punti e tutto ciò l’ha fatto scivolare al quinto posto addirittura fuori dalle posizioni valide per la Champions League. Le ragioni di questa crisi sono davvero difficili da scovare, qualcuno comincia già a prendersela con l’allenatore italiano, ma noi siamo dell’idea che in questi casi la responsabilità vada sempre divisa equamente fra le parti. 9 punti da recuperare sulla prima che potrebbero diventare 12 se dovesse vincere il recupero ci mettono di fronte ad uno scenario completamente nuovo, cioè i blues non si confermeranno campioni d’Inghilterra a meno di un miracolo. A questo punto chi ha la strada spianata verso il titolo è il Manchester United che ha sempre disputato il suo campionato e pur facendo a meno di uomini importanti come Rooney e Valencia ha mantenuto la sua imbattibilità e una continuità di risultati invidiabile. Per i “red devils” ovviamente non sarà tutto facile, ma la indichiamo come la maggior indiziata alla vittoria finale perché ha una mentalità vincente superiore a tutte le pretendenti, che comunque ci sono a prescindere dal Chelsea. La più pericolosa rivale potrebbe essere l’Arsenal che ha dalla sua parte anche la minore ansia da vittoria obbligata, ma più di tutti, soprattutto dopo il mercato di Gennaio, l’etichetta di anti-Manchester United l’appiccicherei ai cugini del City; dopo un’infinita telenovela la squadra di Mancini ha portato in Inghilterra la stella che tutti volevano, quella macchina da gol che risponde al nome di Edin Dzeko e con lui in rosa davvero non ci si può più nascondere, bisogna puntare al bersaglio grosso, quello atteso da 43 anni.
INGHILTERRA Rimaniamo oltremanica ma scendiamo di una categoria: anche in Championship Natale non fa rima con riposo, anzi il lavoro aumenta. Da metà Dicembre ad oggi si sono giocate altre quattro giornate e sono saliti sugli scudi il Norwich e il Watford; sono queste le due formazioni che hanno sfruttato al meglio il periodo preso in considerazione, vediamo come. Il Norwich, che assieme al Leeds e al Millwall è una delle 3 squadre neopromosse dalla Terza Divisione, si stava già comportando egregiamente dall’inizio della stagione ma a partire da fine Novembre ha innescato un’altra marcia e cogliendo 5 vittorie negli ultimi 7 impegni ha raggiunto il secondo posto agganciando il duo gallese Cardiff e Swansea. Meglio dei canarini è riuscito a fare il Watford che, portando a casa l’intera posta in palio in tutte e 5 le ultime partite, si è inserita nel lotto delle pretendenti ad un posto playoff; squadra strana questa perché le 5 vittorie consecutive sono arrivate dopo un periodo caratterizzato da 7 incontri dove di vittorie non se n’era vista neanche una. Comunque in testa resistono sempre i londinesi del Queens Park Rangers anche se la corsa che stavano facendo si è notevolmente ridimensionata, basta dire che dei 17 gol subiti finora 8 sono stati incassati nelle ultime 6 partite; i punti di vantaggio sulle inseguitrici rimangono 5 e teniamo conto del fatto che anche il secondo posto finale vale la promozione diretta. C’è un’altra compagine che zitta zitta, grazie alle 3 gare che deve recuperare, si inserirà quasi sicuramente con prepotenza nella lotta ai primi posti: è il Nottingham Forest, che già l’anno scorso raggiunse gli spareggi promozione e anche nella stagione in corso sarà protagonista. Chiudiamo purtroppo con la notizia dell’esonero di Roy Keane dalla panchina dell’Ipswich: l’irlandese, ex bandiera del Manchester United, paga a duro prezzo il pessimo cammino della sua squadra, 4 punti in 9 partite sono un bottino da retrocessione e la dirigenza non ci ha pensato due volte a sollevarlo dall’incarico; chissà Keane cosa avrà poi pensato pochi giorni dopo vedendo la sua ex squadra ridicolizzata contro il Chelsea in FA Cup (7-0 per i “blues” il finale).
FRANCIA Attraversiamo la Manica e sbarchiamo in terra francese dove nel prossimo weekend riprenderà la Ligue 1, ferma da quasi un mese. Dall’ultima volta che ne avevamo parlato però (vedere la puntata n. 48) sono state giocati 5 turni e qualcosa si è mosso: avevamo lasciato una classifica molto compatta con 8 squadre in 3 punti e ad una prima occhiata il quadro è più o meno simile però c’è un asterisco a fianco della squadra capolista che sta a significare “una partita da recuperare”. In testa c’è il Lille ed ipotizzando una loro vittoria nel match mancante prenderebbero 4 punti di margine, ma è inutile fare queste supposizioni visto che comunque il Nancy (questi gli avversari nel recupero) non è una squadra facile soprattutto in trasferta dove ha perso solo 2 volte. La schiera di team che tiferà per il Nancy in quell’occasione sarà molto folta, perché folto è il gruppo a ridosso del primo posto. Il Lille vanta due scudetti nella sua bacheca ma il più recente è datato 1953/54 e qualcuno nel nord della Francia comincia a farci un pensierino. Scendendo la graduatoria si incontra per primo un terzetto dove spicca un Paris Saint Germain che da tempo non viaggiava a questi livelli: per i parigini negli ultimi sei anni il miglior risultato era stato un sesto posto, ma nei primi mesi di questa stagione sta sorprendendo un po’ tutti e grazie alla rosa esperta e all’acquisto più azzeccato di tutto il mercato estivo (il brasiliano Nenè soffiato al Monaco che è già a quota 13 gol) può sognare in grande. Le altre due formazioni al secondo posto sono il Rennes e il redivivo Lione. In quinta posizione troviamo il Marsiglia che dopo aver effettuato uno splendido recupero che gli aveva permesso di tornare al primo posto è rientrata in crisi mettendo in cascina solo 4 punti nelle ultime 5 uscite. In conclusione vediamo come, con questa classifica corta, tutto sia ancora in gioco rendendo la Ligue 1 2010/11 uno dei tornei più indecifrabili di tutto il panorama calcistico internazionale, vedremo nelle prossime puntate l’evolversi della situazione.
Rubrica nella Rubrica IL PIATTO FORTE Dalla nostra cucina questa settimana esce un piatto inaspettato, esattamente come la proclamazione di Lionel Messi a vincitore del Pallone d’oro 2010: è un’ottima “Orata alla mediterranea” che fa balzare subito alla mente il colore aureo del premio appena assegnato e i sapori del bacino del Mediterraneo su cui Barcellona, la città in cui il vincitore opera, si affaccia. Che il trionfatore del 2010 uscisse dalla rosa blaugrana era ormai scontato, ma più della “pulce” si vedeva favorito un campione spagnolo a tutti gli effetti per suggellare la vittoria delle furie rosse al Mondiale sudafricano, anzi era quasi certo che fosse Iniesta (autore del gol vittoria nella finale contro l’Olanda) il predestinato a ricevere il premio. Una volta tanto invece le voci dei giorni precedenti sono state smentite dall’annuncio ufficiale che mette d’accordo quasi tutti, per primi noi. Se è vero che questo riconoscimento va assegnato a chi si è contraddistinto maggiormente durante l’anno solare chi più di Messi si è mantenuto su livelli eccellenti durante tutti i 12 mesi del 2010? Leo ha condotto la sua squadra alla vittoria della Liga segnando 34 reti conquistando così anche il titolo di capocannoniere e la Scarpa d’oro, poi è vero che ai Mondiali ha deluso un po’, ma con il suo club anche nella stagione in corso ha ripreso a segnare e ad incantare in tutte le competizioni. Anche gli altri due pretendenti (Xavi e Iniesta) avrebbero senz’altro meritato il Pallone d’oro, ma il loro lavoro si svolge più nelle retrovie non producendo lo stesso spettacolo che può uscire dall’estro di un “numero 10” e l’essenza del calcio, in ogni modo la si pensi, è il gol. Qualcuno obietterà che colui a cui doveva essere dato questo trofeo era Wesley Sneijder e sotto certi aspetti può anche avere ragione, ma a sfavore dell’olandese ci sono gli ultimi 5 mesi dell’anno in cu è passato inosservato, che in campo ci sia andato o meno. Un po’ soddisfatto lo sarà anche Mourinho, non solo per essere stato proclamato miglior allenatore del 2010, ma anche per l’esito finale visto che non aveva nascosto il suo pensiero critico circa la vittoria di Iniesta, così che alla fine, in un modo o nell’altro vince sempre lui.
Rubrica nella Rubrica TOH, CHI SI RIVEDE Questo articolo lo potremmo definire il terzo della trilogia intitolata “Nigeriani a Reggio Emilia”, infatti il personaggio-copertina della settimana fa parte della folta schiera di giocatori provenienti dal paese africano portati in Italia dalla Reggiana e lanciati proprio dalla società granata nel grande calcio. Ci siamo occupati in passato di Obafemi Martins (vedere la puntata n. 37) e di Saidu Alade Adeshina (vedere la puntata n. 44), ora è il turno di Stephen Ayodele Makinwa sbarcato nel Belpaese all’inizio del nuovo millennio. Makinwa è un attaccante (27 anni, in alto nella foto) dotato di un buon fisico che gli permette di essere potente ed esplosivo mentre il suo difetto più grande è forse la freddezza in zona gol che lo fa essere un buon centravanti ma non un ottimo finalizzatore. Come detto dunque esordisce in Italia nella Reggiana da cui comincia un peregrinare lungo la penisola che lo porta a vestire le casacche di svariate società tra cui Como, Modena (con cui esordisce in Serie A), Genoa, Atalanta e Palermo. Lo score delle reti segnate in ogni avventura è piuttosto scarno e fissa il suo record personale a 12 gol nella stagione 2004/2005 divisi tra Serie A e Serie B. Durante l’estate del 2006 firma un contratto con la Lazio che lo trattiene in rosa solo nella prima stagione, poi per lui comincia una serie di prestiti fino ad arrivare alla sua destinazione attuale: la squadra biancoceleste si accorda prima con la Reggina e poi col Chievo fino a trovare per lui nell’estate scorsa la prima collocazione fuori Italia della sua carriera. Il team che riesce ad assicurarsi le sue prestazioni è il Larissa che gioca nel massimo campionato greco, ma la sua permanenza nella penisola ellenica si sta rivelando più difficile del previsto. Impiegato col contagocce ha totalizzato finora 14 presenze e una sola rete, ma quel che è peggio è che la sua squadra è tristemente ultima reduce da 7 sconfitte consecutive. Non sappiamo se augurargli di risollevare il suo team e condurlo ad una miracolosa salvezza o se auspicare per lui un pronto rientro alla base e fortuna altrove.
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morello
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commento del 18/01/2011 alle 19:37
Il Ruby Kazan è la squadra russa preferita da Berlusconi !
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xxx
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commento del 13/01/2011 alle 10:53
complimenti per l'associazione...alla fine Messi se lo merita...
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Lionel
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commento del 13/01/2011 alle 09:01
Per la cronaca il Pallone d'oro ne ha fatti 3 anche ieri sera...
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ANDREA GONZAGA (DIRIGENTE)
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