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SESSANTUNESIMA PUNTATA

…il punto sui campionati meno conosciuti ovvero basta che ci siano 22 uomini che calciano una palla…a cura di Daniele Mercati
Il Resto del mondo - 10/03/2011

Oltre ai campionati che riprendono finita la pausa invernale si aggiungono già le nuove edizioni dei tornei terminati pochi mesi fa…malati di calcio internazionale questo è il vostro spazio!






AUSTRIA
Ci rituffiamo nel campionato austriaco per analizzare l’accaduto dopo che sono riprese le ostilità. Cinque le giornate disputate e molte cose sono cambiate, vediamole nel dettaglio. Ci eravamo lasciati (vedere la puntata n. 52 parlando del Ried capolista ed ecco che questo 2011 per la squadra neroverde è iniziato in modo pessimo: solo in una occasione sono arrivati i 3 punti e in un battibaleno dal primo posto occupato con 4 punti di vantaggio si è passati ad un terzo posto con 4 punti di svantaggio. Come cambiano in fretta le cose da queste parti, ne sa qualcosa l’Austria Vienna che nella prima parte di stagione è sempre rimasto nelle retrovie e ora ha spiccato il volo. Il team della capitale, secondo solo al Rapid Vienna come titoli vinti, ha iniziato l’anno con una marcia in più rispetto a tutti: nelle ultime 5 partite sono arrivate 4 vittorie ed un pareggio con 14 gol fatti e 2 subiti così che la striscia positiva si è allungata a 7 incontri e la vetta della classifica è stata una conseguenza logica dopo che il 2010 i viola l’avevano chiuso al 4° posto. Una squadra a cui invece la pausa non ha stravolto più di tanto il cammino è il Salisburgo, detentore del titolo da due anni, che a fatica cerca il terzo squillo consecutivo; sono sempre 4 i punti da recuperare dalla prima in classifica e il club della Red Bull fatica a trovare quella continuità di risultati indispensabile in una lotta al vertice. Vale la pena di citare anche il Rapid Vienna visto che è la squadra con più scudetti di tutte: l’edizione 2010/11 non è delle più felici e la compagine della capitale arranca sempre a metà classifica tentando disperatamente di agganciare un terzo posto (distante 4 punti) valevole per la qualificazione all’Europa League. Il campionato comunque è ancora lungo, ci sono ancora in palio 36 punti per ognuno e come abbiamo visto le cose possono cambiare in fretta, per questo motivo continueremo a seguire la disputa da vicino.

SLOVACCHIA
Spostandoci di pochi chilometri ad est oltrepassiamo il confine ed entriamo in terra slovacca dove anche qui si è ripreso a giocare da poche settimane, due per la precisione. Anche se sono poche le partite da prendere in esame vale la pena fermarci perché sta succedendo qualcosa di abbastanza clamoroso: lo Zilina che ha dominato il torneo per lunghissimi tratti tanto da non aver perso neanche una partita delle prime 16 aveva accusato un attimo di stanchezza sul finire dell’anno (nelle ultime due partite erano arrivate la prima sconfitta e un pareggio), ma tutto lasciava presagire che il riposo avrebbe rimesso tutte le cose a posto. Invece la palla ricomincia a rotolare e si scopre che lo Zilina non è più capace di vincere e arrivano un’altra secca sconfitta per 2-0 in casa della penultima in classifica e uno scialbo 0-0 casalingo addirittura contro l’ultima! Ora la crisi dei campioni in carica è ufficialmente aperta anche perché dietro non sono stati a guardare: chi ha approfittato a pieno di questi risultati è il Senica ottenendo due chiare vittorie (3-0 e 5-0). In questo modo il divario tra i primi due posti si è assottigliato notevolmente fino ad arrivare ad un solo punto mettendo in conto già anche l’eventuale sorpasso. Lo Zilina ha comunque tutte le possibilità di rimettersi in carreggiata, non deve però perdere la testa e calarsi immediatamente nei nuovi panni di squadra che lotta senza pensare che i risultati vengano solo perché sulla carta si è più forti degli altri. Per il terzo posto, valido per la qualificazione all’Europa League è tornato in corsa lo Slovan Bratislava che ha cominciato il 2011 con il piglio giusto: anche per loro due rotonde vittorie che potrebbero diventare tre grazie all’agevole impegno del fine settimana prossimo contro l’ultima in classifica. Per ora è tutto, ritorneremo presto da queste parti per seguire gli sviluppi.

SPAGNA
L’ultima volta che ci siamo soffermati sulla Liga è stato nella puntata n. 56 dove più che sulla lotta al vertice avevamo dato uno sguardo più ampio sulle posizioni che seguivano. Ora ci rifacciamo allo scontro degli scontri, la sfida tra titani che appassiona qualsiasi appassionato di calcio del mondo, Barcellona-Real Madrid. Si sono giocati altri 7 turni e la musica non è cambiata, anzi: la squadra di Guardiola guida sempre il torneo ed ha incrementato il vantaggio a 7 punti sulla truppa di Mourinho. Il Barcellona dei record ne ha stabilito un altro, quello delle vittorie consecutive in campionato portandolo a 16; la compagine capace di interrompere questa striscia è stata lo Sporting Gijon riuscendo ad inchiodare sull’1-1 i blaugrana nella giornata n. 23. Dopo quel mezzo passo falso però il Barcellona è ripartito immediatamente e sono già 4 le vittorie consecutive. Per contro il Real Madrid, al primo anno sotto la gestione di Mourinho, non riesce proprio a tenere il passo degli avversari e pur avendo un andamento più che buono ogni tanto incappa in battute d’arresto anche contro formazioni di gran lunga più deboli; lo scivolone in casa dell’Osasuna e il pari a La Coruna sono esempi lampanti. A conti fatti lo scudetto numero 21 per il Barcellona ormai dovrebbe essere cosa fatta ma la sfida è destinata ad essere alimentata anche in altre competizioni (finale di Coppa del Re del 20 Aprile prossimo e forse, chissà, in Champions League). Altre importanti constatazioni vengono dalla continua discesa dell’Hercules (il team di David Trezeguet) che dopo un ottimo avvio di torneo (si può fregiare del merito di essere l’unica squadra ad aver battuto il Barcellona e per giunta a domicilio) ha imboccato una strada molto buia che ha portato ad una sola vittoria nelle ultime 9 partite ed un totale di 4 punti nello stesso periodo; il dato più preoccupante sono però i soli 3 gol messi a segno in questi 9 incontri ed anche l’ex attaccante juventino non riesce più a dare lo stesso apporto di inizio stagione. Nell’ultimo weekend l’Hercules è entrato ufficialmente nel lotto delle ultime 3 in classifica il che significherebbe retrocessione diretta, urge un immediata ripresa se non si vuole già tornare in Seconda Divisione dopo appena un anno di paradiso.


Rubrica nella Rubrica I RE DEL GOL
In questo spazio come sapete andiamo alla ricerca del personaggio numero uno di un campionato, cioè quello che è riuscito a mettere a segno più gol durante l’intera stagione. Spesso ci imbattiamo, soprattutto quando parliamo dei campionati meno noti, in calciatori pressoché sconosciuti al grande pubblico destinati a rimanere tali per sempre ma può capitare anche di trovarsi al cospetto di campioni del futuro. In questo caso speriamo ovviamente di sbagliarci ma propenderemmo più per la prima ipotesi. L’uomo in questione è CHRIS WONDOLOWSKI, attaccante di 28 anni del San Jose Earthquakes che ha vinto la classifica cannonieri della Major League Soccer 2010, il campionato di calcio statunitense. Wondolowski, californiano di nascita, ha iniziato la propria carriera proprio con la maglia del San Jose Earthquakes ma dopo poche presenze è passato allo Houston Dynamo. Con la squadra texana il nostro si è tolto parecchie soddisfazioni vincendo due titoli consecutivi nel 2006 e nel 2007 anche se poche sono state le sue apparizioni e ancor meno i gol. Nel 2009 decide così di tornare all’antico, lasciando la franchigia di Houston per giocare di nuovo con il San Jose. Dopo una prima stagione anonima nel 2010 abbiamo assistito alla sua esplosione, Wondolowski segna 18 reti durante la regular season e un’altra nei playoff portando la sua compagine fino alla semifinale persa con i futuri campioni del Colorado Rapids. Grazie a questa splendida annata l’eroe statunitense si è guadagnato anche la convocazione nella sua nazionale facendo il suo esordio nell’amichevole giocata a metà Gennaio contro il Cile. Oltreoceano la nuova stagione è alle porte e il campione a stelle e strisce sarà sicuramente l’osservato speciale, se le nostre previsioni dovessero essere sbagliate un giorno potremmo vederlo anche in qualche club del vecchio continente.


Rubrica nella Rubrica TOH, CHI SI RIVEDE
Vogliamo parlare questa settimana di un personaggio che sicuramente nessuno ha mai dimenticato, ma che a causa del ritmo frenetico della vita odierna e il continuo cambio vorticoso di facce, soprattutto nel mondo del calcio, potrebbe esser stato relegato ad occupare un piccolo angolino della nostra mente che di rado consultiamo. Per questo motivo crediamo che lo spazio della rubrica dedicato alla memoria sia da apprezzare e faccia piacere a molti. La foto di copertina ritrae Nestor Sensini (44 anni), grandissimo difensore argentino di chiare origini italiane che nel nostro paese ha trascorso praticamente l’intera carriera da calciatore. Ingaggiato, guarda un po’, dall’Udinese sul finire degli anni ’80, ha vestito, oltre a quella bianconera friulana, anche le casacche di Parma e Lazio collezionando oltre 450 presenze in Serie A condite da 28 reti, bottino notevole per un difensore. Oltre che di grande diligenza tattica Sensini viene ricordato per la sua immensa professionalità, cosa che ha contribuito a farlo amare incondizionatamente dalle sue tifoserie. La perfetta condizione fisica di cui godeva ha fatto sì che potesse calcare i campi di gioco fino a oltre 39 anni, facendolo diventare un secondo allenatore in campo, quindi il suo futuro sulla panchina a dirigere era a dir poco scritto. La sua prima esperienza in giacca e cravatta non poteva che essere a Udine dove però si fermò poco, decidendo di ripartire con la sua nuova carriera (come fece da calciatore) dall’Argentina. Allena dapprima l’Estudiantes con cui ottiene un ottimo secondo posto nel torneo di Clausura 2008 e in seguito il Newell’s Old Boys (di cui è l’attuale tecnico) con cui sfiora di nuovo il titolo nel torneo di Apertura 2009. Nella stagione appena cominciata il nostro protagonista non è partito benissimo, dopo 4 giornate ha ottenuto solo 4 punti e la vetta è già lontana. Sinceramente speriamo sia per lui che per noi che i migliori risultati, anche da tecnico, li riesca ad ottenere da noi: sarebbe un ulteriore arricchimento del nostro calcio grazie al contributo di un grande maestro.

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morello
commento del 17/03/2011 alle 00:42

PULTROPPO NE SKY NE IL CANALE RUSSO PRIRVJ KANAL (visibile con un normale decoder satellitare, oltre ad essere sulla piattaforma sky) TRASMETTONO LE PARTITE COME LO SCORSO ANNO.
SKY ALLA FACCIA DEGLI ABBONATI NON HA FATTO ALCUN COMUNICATO, INVECE IL PRIMO CANALE RUSSO GLI E' SCADUTO IL CONTRATTO E' NELL'ASTA HA PERSO I DIRITTI CON UN ALTRO CANALE RUSSO (ROSSJA 2) NON RICEVIBILE IN ITALIA.
RISPONDI

morello
commento del 17/03/2011 alle 00:38

E' iniziato il campinato russo più lungo della storia.

La ventesima edizione della Russian Premier Liga è quella che più di tutte andrà ad arricchire la pagina dei record e delle peculiarità. Se nel 1936 e nel 1976 vi furono due Campionati e due squadre ad aggiudicarsi il titolo, nessuno alzerà la coppa nell'anno corrente. L'unico precedente risale al 1941, dove però il motivo fu la guerra.
E’ bastata la sola prospettiva di ottenere l’organizzazione dei Mondiali del 2018 per indurre, tempo fa, il presidente della federcalcio russa Sergey Fursenko ad immaginare la più grande rivoluzione che il calcio russo abbia mai conosciuto: il passaggio dai campionati disputati lungo l’anno solare al sistema autunno/primavera, tipico dell’Europa occidentale. Il motivo è facilmente intuibile. I dirigenti del calcio russo, opportunamente supportati da Vladimir Putin, puntano ad avvicinare il più possibile il loro movimento a quello occidentale, eliminando il fattore che storicamente penalizza le squadre dell’est nelle coppe europee: la lunghissima pausa invernale. Così, a partire dal 2012-13 la Russia passerà per la prima volta in assoluto al sistema stagionale che tutti noi conosciamo. Due volte, in epoca sovietica, nel 1936 e nel 1976, si era deciso di disputare due differenti campionati, alla maniera sudamericana, quello primaverile e quello autunnale. Per il resto si è sempre giocato da marzo a novembre. Nei mesi che rimanevano tutti a casa a proteggersi dal freddo. Per allinearsi all’Europa occidentale è stato necessario concepire un campionato di transizione che stabilirà un record di durata. L’epilogo è atteso, addirittura, per maggio 2012! Una stagione, dunque, che durerà la bellezza di quattordici mesi.

Cambia anche la formula della Premier Liga. Fino al prossimo novembre si andrà avanti con le classiche trenta giornate e gare di andata e ritorno. Dopo la pausa invernale, le prime otto formeranno un gruppo che lotterà per l’assegnazione dello scudetto. Le rimanenti otto un gruppo che stabilirà le retrocesse. Le ultime due andranno direttamente in seconda divisione. Terzultima e quartultima effettueranno lo spareggio con la terza e la quarta classificata della Pervyj Divizion (la Serie B russa).
Ma nei prossimi mesi potrebbe esserci un’ulteriore sorpresa. Sul tavolo di Fursenko, infatti, giace un progetto che prevede l’allargamento della Premier Liga a diciotto squadre.

Sul piano tecnico, naturalmente la squadra da battere sarà lo Zenit di Luciano Spalletti, che al primo tentativo ha già vinto tutto quello che c'era da vincere in patria (Campionato, Kubok Rossii e Superkubok). Il tecnico di Certaldo, di comune accordo con la società, ha puntato sulla stabilità della rosa che non ha fatto registrare nessun arrivo, ma che ha mantenuto tutti i pezzi pregiati: dal miglior giocatore dello scorso campionato, il portoghese Danny, al blocco della nazionale russa (costituito dai vari Anyukov, Denisov, Shirokov, Zyryanov, Kerzhakov, etc). La società ha
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