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NEWS - SOLSKJAER E LA GRANDE IMPRESA |
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SOLSKJAER E LA GRANDE IMPRESA …il punto sui campionati meno conosciuti ovvero basta che ci siano 22 uomini che calciano una palla…a cura di Daniele Mercati-SETTANTASETTESIMA PUNTATA
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Il Resto del mondo - 07/07/2011
NORVEGIA
La domanda è: ma chi glielo fa fare a questi giocatori milionari che hanno avuto una splendida carriera di continuare a rodersi il fegato prendendosi la briga di intraprendere l’avventura da allenatore? Chi scrive non può certo dare una risposta ma la può immaginare: stare nel mondo del calcio per anni, vivere la tensione delle gare, sentire l’odore dell’erba e del fango addosso, gioire per una vittoria all’ultimo minuto diventano una droga e quando il fisico non è più in grado di farti restare in campo dignitosamente in molti cercano di vivere le stesse emozioni assumendo il ruolo di mister. E poi va detta un’altra cosa, chi meglio di un ex giocatore (Mourinho è un caso più unico che raro) può avere le conoscenze tattiche per mettere in campo a sua volta 11 uomini?
Questa ampia premessa ci vuole condurre a raccontare la storia di un grande campione che a soli 38 anni si è ritirato dal calcio giocato e si è messo al lavoro come tecnico e lo ha fatto nella maniera più romantica possibile, cioè andando ad allenare in patria, dopo tanti anni vissuti all’estero, nella squadra che lo ha lanciato nel grande panorama europeo. Parliamo di Ole Gunnar Solskjaer, mitica punta del Manchester United per più di dieci anni e ora allenatore del Molde, team norvegese in cui ha militato ad inizio carriera nel 1995 e 1996. A sua volta però, la storia della stella norvegese ci permette di parlare del campionato norvegese 2011 conosciuto come Tippeligaen, che sta riservando non poche sorprese. Infatti proprio il Molde di Solskjaer (che quest’anno raggiunge i 100 anni di storia) occupa al momento il primo posto dopo un inizio più che stentato: il piccolo club vichingo, tornato nella massima serie da 4 anni, non è mai riuscito a vincere uno scudetto anche se due anni fa ci andò molto vicino finendo al secondo posto.
Ai nastri di partenza l’impresa sembrava impossibile ma, quando siamo al giro di boa delle 15 partite, le indicazioni che ne ricaviamo sono diverse. Va detto in primis che il Rosenborg, autentico dominatore in patria, quest’anno è partito malissimo e anche nell’ultimo periodo, pur essendo in striscia positiva da 6 partite, non ha recuperato grande terreno occupando il 10° posto in classifica. Di certo il Molde non può pensare di avere nel Rosenborg l’unico avversario, anzi le pretendenti al titolo sono tante, però l’entusiasmo e la fiducia che ha portato Solskjaer nell’ambiente è contagioso e potrebbe portare a risultati incredibili. Per ottenere quest’ultimi però servono anche gli uomini in campo, e anche questi non sembrano mancare grazie a un gruppetto di giovani africani che stanno facendo la differenza, su tutti Pape Pate Diouf, centrocampista senegalese capocannoniere della squadra che nell’ultima uscita ha sfoderato un poker nel 5-2 casalingo all’Aalesund.
Per completezza di informazioni va aggiunto che al secondo posto in graduatoria c’è il Tromso, che ha sì 3 punti in meno del Molde, ma ha anche 2 partite da recuperare quindi potenzialmente potrebbero stabilirsi loro sul gradino più alto del podio. In conclusione di analisi ci si dovrà aspettare un girone di ritorno infuocato con da una parte il Rosenborg che, non ancora del tutto fuori dai giochi, tenterà una disperata rimonta, e dall’altra tutte le altre squadre consapevoli del fatto che negli anni di crisi dei bianconeri di Trondheim tutto può succedere (leggi annate 2007 e 2008 dove vinsero lo scudetto prima il Brann e poi lo Stabaek). Un’ultima nota la dedichiamo al mercato: al primo posto della classifica marcatori del campionato norvegese con 13 reti in 12 presenze c’è un nigeriano di 20 anni, tal Anthony Ujah che probabilmente non finirà al primo posto, non perché infortunato ma perché il team tedesco del Mainz ha bruciato la folta concorrenza (anche di squadre italiane) e se lo è accaparrato da subito.
Rubrica nella Rubrica I RE DEL GOL
Proseguendo con i profili dei bomber di tutti i maggiori campionati sbarchiamo in Turchia per conoscere più da vicino il successore di Ariza Makukula (vedere la puntata n. 34, per la cronaca l’ex capocannoniere quest’anno ha cambiato casacca e con la maglia del Manisaspor si è fermato a 5 reti in 28 spezzoni di partita) che risponde al nome di Alexsandro de Souza (33 anni, nella foto in alto), che tutti conoscono con il nomignolo ALEX. Il centrocampista offensivo brasiliano del Fenerbahce ha vissuto una stagione di grazia riuscendo a segnare 28 reti in 33 presenze contribuendo più di tutti alla conquista dello scudetto numero 18 del club di Istanbul. A dire il vero sulla Turchia il cielo si è fatto molto scuro e l’ombra delle partite truccate, con l’arresto di diverse persone tra cui proprio il Presidente del club campione, è più viva che mai: in Italia lo sappiamo bene, nelle prossime settimane potrebbe succedere di tutto ma i gol di Alex rimarranno per sempre. Cercando di tracciare un po’ la storia di questo campione verdeoro, possiamo dire che la Turchia è diventata la sua seconda patria avendo appena concluso lì la sua settima stagione riuscendo in tutti e sette i campionati a portare in doppia cifra la voce “reti segnate”. Quest’anno con 28 centri ha battuto il suo record che era di 24 ma negli anni a prescindere dai gol è diventato per il Fenerbahce un elemento imprescindibile. Prima di approdare nella terra dei tre mari Alex ha sviluppato la sua intera carriera in patria dove ha raggiunto il suo miglior risultato nel 2003 artefice dell’ultimo campionato vinto dal Cruzeiro grazie anche alle sue 23 marcature. Anche l’Italia non è rimasta indifferente al talento del centrocampista brasiliano, tanto che il Parma nel 2001 l’aveva anche messo sotto contratto ma senza dargli il tempo di dimostrare tutto il suo valore, da lì poi cominciarono qualche prestito e la cessione definitiva di nuovo in Brasile, salvo poi, crediamo noi, mangiarsi le mani vedendo tutto quello che il nostro protagonista è riuscito a fare nella sua carriera a venire.
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