Calcioreggiano.com: «REGGIANA-BARI? AL FISCHIO FINALE SONO ESPLOSO IN LACRIME»

Generica - 22/07/2025

Abbiamo avuto l’enorme piacere di fare una lunga chiacchierata con Giacomo Venturi, portiere rimasto nel cuore di moltissimi tifosi della Reggiana. Cresciuto nelle giovanili del Bologna, è approdato in granata nel 2019, collezionando più di 85 presenze e conquistando non soltanto due promozioni in Serie B, ma anche il record di minuti consecutivi senza incassare nemmeno una rete: ben 890.

Il ricordo più bello delle giovanili al Bologna?

«Il ricordo più bello che ho nelle giovanili del Bologna riguarda sicuramente i due ritiri estivi che ho fatto con la prima squadra, poiché mi hanno dato la possibilità di crescere tantissimo, ma non dimentico mai neanche la vittoria del torneo di Vignola nel 2009».

Una delle tue prime esperienze tra i grandi è stata quella con il Ravenna: siete passati dalla Serie D ai play-off per andare in B nel giro di tre anni. Cosa puoi dirci di questo capitolo della tua carriera?

«E’ stato un capitolo importantissimo, perché venivo da una precedente esperienza sempre in serie D alla Vis Pesaro e in un torneo di livello così alto è complicato per un portiere giocare con regolarità. Ho avuto quindi la fortuna che a Ravenna ci fossero persone con cui avevo lavorato che mi volevano, per cui mi sono trasferito ed è andata bene, dato che fortunatamente vincemmo subito il campionato e tornai nei professionisti. Ho vissuto benissimo anche le due stagioni successive, crescendo sia a livello personale che di squadra, perché con un budget ridotto siamo riusciti prima a salvarci e poi a raggiungere un’ottima posizione play-off».

Passando alla Reggiana, quando hai visto la palla finire in rete dopo il colpo di testa di Kargbo, cosa hai pensato?

«Più che dopo il gol di Kargbo, al fischio finale sono esploso in lacrime. Fu un anno travagliato per me per via di un infortunio grave, ma anche pieno di gioie, perché quell’estate mi sono sposato. Fu un mix di emozioni stupende e di incredulità per quel fantastico momento».

Malgrado la retrocessione, cosa si prova a giocare in Serie B?

«Poco dopo che ho iniziato a giocare con i grandi, mi sono detto che il mio sogno potenzialmente realizzabile era arrivare in serie B. Quando si è avverato è stato molto emozionante: non lo dimenticherò mai».

Il primo anno di C dopo la retrocessione siete rimasti imbattuti dal 30 agosto al 20 febbraio. Quanto è stato amaro non centrare la promozione?

«E’ stato un duro colpo al termine della stagione, soprattutto per come è avvenuta nelle ultime partite. Resta il fatto comunque che fu un grande campionato, dal quale siamo ripartiti per vincere l’anno successivo. Avevamo gettato basi importanti che abbiamo confermato con i risultati e le prestazioni».

Vi siete rifatti nell’annata successiva, dimostrandovi la squadra più forte del campionato, che ha anche esibito il gioco più bello. Ci sono due partite, tuttavia, che a tutti rimarranno nel cuore: le vittorie di Cesena ed Olbia. Tu come le hai vissute?

«Sono state due tappe indimenticabili e fondamentali di quel percorso. A Cesena allungammo in classifica e davanti a 3000 Reggiani in trasferta facemmo un partitone. L’epilogo più bello, però, è quello di Olbia».

Con 890 minuti consecutivi senza subire gol, hai tolto a Nico Facciolo uno storico record – lui si era fermato a 873 -. Che gioia è stata?

«Il record è stata la ciliegina personale su un anno straordinario per la Reggiana. Io come portiere ero a servizio dei miei compagni, ma è merito loro se sono riuscito a superare Rambo. Essere ricordato a Reggio anche per questo è motivo di grande orgoglio per me».

Hai subito diversi infortuni pesantissimi, tuttavia ogni anno sei riuscito ad ottenere la maglia da titolare. Peraltro, nell’ultima stagione eri il portiere più basso in rosa. Non trovi che la tua carriera sia un esempio di come perseverare valga più di ogni cosa?

«Sicuramente la perseveranza in quei momenti è stata la mia forza. La voglia di tornare più velocemente e più forte mentalmente mi dava una grande spinta. Si cresce anche dai periodi bui: sono contento di come ne sono sempre venuto fuori».

Cosa ti manca di più di Reggio? Hai qualche aneddoto?

«Di Reggio mi manca tutto. Sono stati 4 anni intensi e magnifici, dal primo all’ultimo. E’ una città in cui sono cresciuto tanto sia come uomo che come portiere. Ti posso raccontare che l’ultimo anno, quando abbiamo vinto il campionato, nel girone di ritorno, un ultras che è diventato un amico, al termine delle partite vinte sia in trasferta che in casa, mi lanciava una birra e io me la scolavo festeggiando i tre punti».

Ringraziamo vivamente Giacomo Venturi per la splendida opportunità concessaci.

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