Calcioreggiano.com: «ALBINEA È UNA REALTÀ UNICA. FAREMO DI TUTTO PER SALVARCI» – INTERVISTA A GABRIELE BONACINI (STORIE DI PROVINCIA #8)

Generica - 24/10/2025

Nel Girone C di Prima Categoria c’è una squadra che sta stravolgendo le aspettative. Stiamo parlando dello United Albinea, che, con l’umile – ma non per questa ragione scontato – obiettivo di cercare di ottenere la salvezza, ha raccolto 10 punti nelle prime 6 partite. La strada è ancora lunga e tortuosa, ma le qualità non mancano. E queste, almeno in parte, sono frutto delle mosse del Direttore Sportivo Gabriele Bonacini, a cui abbiamo chiesto di descriverci a 360° cosa voglia dire lavorare per questa società: cosa la rende speciale, le ambizioni e tanto altro.

In che categorie ha militato da giocatore? Il capitolo più bello della sua carriera?

«Sono cresciuto nel settore giovanile del Carpi, militando nelle categorie “Giovanissimi”, “Allievi” e “Juniores”, per poi arrivare in prima squadra, in Serie D, nel 2006. Successivamente ho passato un anno in Eccellenza a Crevalcore, prima di approdare alla Bagnolese, giocando sempre allo stesso livello. Ho vinto un campionato a Carpineti, sono stato capitano del Montecavolo per tre anni, durante il periodo Covid, ed è stata un’esperienza fantastica, in quanto riuscimmo a compiere il salto dalla Seconda alla Prima e a conquistare due salvezze. Ho indossato anche la fascia della Barcaccia, tra l’altro, e, nonostante la retrocessione, fu emozionante. Nelle ultime stagioni ho oscillato tra Prima e Seconda, vista la mia età, le mie figlie e altri impegni. Ho chiuso la mia esperienza da calciatore ad Albinea a luglio, a 37 anni, e adesso faccio il direttore sportivo. Per quanto riguarda il capitolo più bello, sicuramente la promozione dell’ultima stagione è stata qualcosa di indimenticabile, ma, come ti ho accennato, ho anche tanti altri splendidi ricordi: l’esperienza a Carpineti, il mio trascorso nel Carpi, dunque i campionati nazionali, l’esordio in prima squadra, lo stadio… Ricordo anche quando c’era la serie Campioni e sfidammo il “Cervia Campioni”: io ero in panchina e ho ancora la maglia di quella partita, oltretutto il Cabassi era gremito. È stata fantastica, però, anche la vittoria, nella scorsa estate, del Torneo della Montagna con la categoria “Giovanissimi” e con i dilettanti, con l’SPQM. Ricoprivo il ruolo di Collaboratore team manager, ma in questo caso il merito va in primis a giocatori e staff e poi a mio cognato Alessandro Fontanili».

Come ha deciso di diventare Direttore Sportivo?

«Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, sarei voluto rimanere nell’ambito calcistico. Non pensavo di fare il direttore sportivo. L’anno scorso, però, il Presidente Simonazzi e il Direttore Generale Massimo Tanferri – con cui ho degli ottimi rapporti – mi hanno convinto a intraprendere questa strada. Io avevo parlato con il Presidente di una posizione diversa in società, ma lui era entusiasta e, conscio del fatto che faccio il responsabile commerciale in un’altra azienda, sapeva che sono in grado di occuparmi degli aspetti economici, burocratici, amministrativi e relazionali, pertanto ha pensato che fosse un compito adatto per me e devo dire che aveva ragione».

Anche se ricopre questo ruolo da pochi mesi, non molto tempo fa eravate in Seconda Categoria; adesso siete in Prima e avete ottenuto 10 punti in 6 partite. Riuscirete a mantenere questo ritmo secondo lei? Tra l’altro, al momento avete il miglior attacco del campionato.

«Sì, faccio il direttore sportivo qui da poco tempo, tuttavia, come ti ho detto, ho trascorso qui, seppur in vesti da calciatore, l’ultima stagione. Peraltro ero stato capitano del “vecchio” Albinea otto anni fa, quindi diciamo che ho sempre portato questa realtà nel cuore. Per quanto riguarda il discorso dei punti, l’augurio, chiaramente, è quello di mantenere questo ritmo. L’obiettivo, ovviamente, è consolidarsi in Prima Categoria ottenendo la salvezza, nonostante sia dell’idea che questo paese meriti anche livelli più prestigiosi. Ci sono tanti progetti: abbiamo ottenuto il bando per la costruzione di un campo a 9, oltretutto verranno ristrutturati spogliatoi e tribune, ma non solo. Questo è sintomo di una forte volontà di crescere. Ciò, ovviamente, mi stimola a dare sempre il massimo. Il Presidente è una persona molto legata al paese e alla squadra: investe e investirà, pertanto lo ringrazio per tutte le cose importanti che ha realizzato per Albinea. Non lo fa per un tornaconto economico, ma per qualcosa di personale. Ha veramente a cuore questa realtà ed è per questo che, se non sbaglio, siamo l’unica società che non fa pagare l’ingresso a nessuno».

Quanto è stato difficile rinforzare la squadra in vista di questo campionato? Un giocatore che potrebbe stupirci?

«La squadra è stata costruita seguendo due aspetti molto importanti, ovvero le mie conoscenze dirette, ma soprattutto anteponendo l’aspetto umano a quello calcistico. Ad Albinea c’è un gruppo di bravissimi ragazzi giovani e la mia intenzione è quella di costruire un organico composto da persone serie. Quest’anno la mia “scommessa” è Francesco Silipo, che non ha bisogno di presentazioni dopo quello che ha fatto nel panorama dilettantistico. Chiaramente ha avuto qualche problema nel corso degli anni, per via del suo temperamento, tuttavia io lo conosco da tanto tempo e so benissimo che è diventato una persona più matura. Sa dove sbaglia e sa che non deve innervosirsi; purtroppo è già stato espulso in una partita, però sono cose che possono capitare: l’importante è che si stia trovando bene con tutto l’ambiente. Sono molto contento di lui nonostante tutto e, in un certo senso, lo capisco anche: va a una velocità diversa rispetto a tutti gli altri giocatori, dunque è spesso bersaglio delle provocazioni avversarie».

Quante partite dei dilettanti va a vedere dal vivo nell’arco di un mese? Che tipo di giocatori cerca di solito?

«Ho due bambine piccole a casa e, purtroppo, non avendo molto tempo, faccio fatica ad aggiornarmi – questo è l’unico dubbio che mi ero posto quando mi era stato chiesto di intraprendere questo percorso -. Ho inoltre un’attività commerciale in centro a Reggio Emilia, pertanto anche al sabato sono in negozio e raramente riesco ad andare a vedere le giovanili. Fortunatamente, già a partire dal prossimo anno dovrei riuscire a essere un po’ più libero, così da dedicarmi maggiormente al calcio nel fine settimana».

Che realtà è Albinea? Come si sta trovando? Come e quante volte si confronta con il mister?

«Albinea è una realtà unica, in crescita non soltanto dal punto di vista economico, ma anche da quello organizzativo: come ti dicevo, si stanno rinnovando le strutture del settore giovanile, i campi… stiamo cercando di fare tutto nel migliore dei modi, anche per quanto riguarda i materiali, le pubblicità, i social… C’è veramente tanto lavoro da fare e tutti si stanno cimentando al massimo delle loro capacità, nonostante io, almeno per ora, faccia fatica. Con il mister c’è un ottimo rapporto, in quanto eravamo in squadra assieme proprio ad Albinea otto anni fa e, nella passata stagione, era stato mio allenatore. Nonostante l’età – era più giovane di tanti giocatori, me compreso -, tra l’altro, aveva stupito tutti con la sua preparazione e il suo carisma. Anche lui cerca di migliorare continuamente. Ci sentiamo quasi tutti i giorni e sento che possiamo affrontare ogni tematica. Le nostre chiacchierate sono sempre molto sincere e penso e spero che continueranno a esserlo. Mi sono fatto apprezzare da tutti i giocatori, nonché compagni dello scorso anno. Lo hanno testimoniato i colloqui di fine anno, in quanto sono stati molto genuini sotto tanti aspetti. Io sono il primo a essere contento se un calciatore ha proposte da categorie superiori e non imponiamo – né io né la società – a nessuno di rimanere. Sono presente al campo a praticamente tutti gli allenamenti. A volte sto lì tutto il tempo, altre, compatibilmente con gli altri impegni che ho, rimango per una quarantina di minuti, salutando tutti e gestendo la parte burocratica in segreteria. Il ruolo di direttore sportivo, infatti, non è soltanto quello di costruire la squadra in estate, bensì di portare avanti anche tutti i contorni di una società, quindi sto scoprendo tante cose nuove, anche se devo dire che certi aspetti li conoscevo già, avendoli nell’indole di giocatore, come cercare di fare andare tutti d’accordo, risolvendo i problemi degli altri e non solo. Sto tentando, pertanto, di assumere un ruolo dirigenziale, distaccato dallo spogliatoio, continuando tuttavia a portare avanti dei rapporti di fiducia con i giocatori, che hanno sempre più bisogno di aiuto anche dal punto di vista psicologico».

Ringraziamo sentitamente Gabriele Bonacini per la grande disponibilità e l’opportunità concessaci.

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