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NEWS - «VOGLIAMO TORNARE DOVE MERITIAMO. LA NOSTRA FILOSOFIA È VINCERE DANDO SPAZIO AI GIOVANI» -INTERVISTA AD ANDREA SOFFIENTINI (STORIE DI PROVINCIA #9)
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«VOGLIAMO TORNARE DOVE MERITIAMO. LA NOSTRA FILOSOFIA È VINCERE DANDO SPAZIO AI GIOVANI» -INTERVISTA AD ANDREA SOFFIENTINI (STORIE DI PROVINCIA #9)

Intervista di Cristiano Cavallaro al DS dell'Ateltic Progetto Montagna
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calcioreggiano.comGenerica - 07/11/2025

Dopo due retrocessioni consecutive, l’Atletic Progetto Montagna vuole tornare a esibirsi sui palcoscenici più prestigiosi del calcio dilettantistico, ripartendo dalla Seconda Categoria. Per realizzare questo ambizioso progetto, la società ha deciso di affidarsi ad un direttore sportivo appassionato e preparato come Andrea Soffientini. In una lunga chiacchierata, ci ha descritto quali sono le peculiarità di questa realtà, la filosofia da seguire per tornare a brillare e le ambizioni per il futuro.

Da quanto tempo svolge il compito di direttore sportivo? Come si trova all’Atletic Progetto Montagna?

«Faccio il direttore sportivo dal 2018. Ho iniziato a ricoprire questo ruolo al Real Casina, dove avevo trascorso diversi anni della mia carriera da calciatore, militando soprattutto in Seconda Categoria - talvolta anche in Prima -. Quando ho smesso, nel 2017, la dirigenza mi ha chiesto di intraprendere questo percorso e, nell’annata 2018-2019, ho iniziato e sono stato anche molto fortunato, in quanto abbiamo vinto il campionato di Seconda, ottenendo la promozione. Siamo rimasti stabilmente a quel livello per tre stagioni - comprese quelle del Covid, che sono state difficili per tutti -, dopodiché siamo purtroppo retrocessi. Ricordo che presi un periodo di pausa per via della nascita della mia seconda figlia, ma restai comunque in società, come collaboratore. Ho ricominciato a fare il direttore sportivo in questi ultimi anni e, al termine dell’ultimo campionato, ho deciso di provare una nuova sfida, accettando la proposta dell’Atletic Progetto Montagna. Questa chiamata mi ha reso molto felice, perché si tratta di un club molto importante del nostro appennino che, purtroppo, dopo più di 30 anni, si ritrova in Seconda Categoria. Storicamente, tuttavia, ha spesso navigato tra le acque della Prima e della Promozione. La reputo, pertanto, una realtà molto importante, con un settore giovanile con oltre 400 tesserati, uno stadio in cui giocare e un campo sintetico utilizzabile sia per allenamenti che partite, a Castelnuovo Monti. I dirigenti, oltretutto, sono molto preparati e presenti. Ognuno ha il suo compito e penso che tutto sia strutturato molto bene. L’Atletic Progetto Montagna è una società importantissima per tutto il panorama dilettantistico di tutta la provincia di Reggio Emilia».

Con quali "linee guida" ha costruito la squadra di quest'anno?

«Dopo due retrocessioni consecutive, la società ha cercato di darmi delle indicazioni per costruire una rosa competitiva per cercare di rimanere nei quartieri alti della classifica fino alla fine del campionato. Non c’è, tuttavia, l’ossessione di dover tornare in Prima immediatamente: ci siamo dati un paio di anni di tempo per questo progetto, che non sarà facile realizzare. La linea guida per la costruzione della rosa era quella di cercare di dare più spazio ai ragazzi giovani che avevano già collezionato presenze sia in Promozione che appunto in Prima Categoria nelle passate stagioni. Con alcuni ci siamo riusciti, in quanto abbiamo in rosa dei ragazzi del 2005 e del 2006, che sono molto bravi. Abbiamo inoltre inserito una manciata di profili di maggiore esperienza, che chiaramente possono aiutarci ad avere una rosa più omogenea, poiché sarebbe un azzardo, per quanto siano molto talentuosi, avere solo ed esclusivamente dei giocatori alle prime esperienze tra i grandi». 

Credo che il calendario, in questo avvio di campionato, non vi abbia affatto agevolato, in quanto avete affrontato squadre come Original Celtic Bhoys, Casalgrandese, Carpineti e Boma Fellegara. Nonostante ciò, siete per ora terzi in classifica. Siete soddisfatti?

«Sì, abbiamo già affrontato tutte le squadre che sono in zona play-off: con alcune abbiamo vinto, con altre perso 1-0, ma abbiamo sempre giocato bene. Penso infatti che ci saremmo meritati di vincere quasi tutti questi scontri diretti. Purtroppo, però, abbiamo molti calciatori del reparto offensivo infortunati e questo ci sta penalizzando. Stiamo giocando da sei partite senza il nostro bomber, Kessabi, e abbiamo perso tre giornate fa anche Ruggi, un attaccante giovane molto bravo. Quasi tutte le domeniche teniamo noi il pallino del gioco ma, ultimamente, non riusciamo a concretizzare tutte le occasioni che creiamo. È capitato nelle due sconfitte - entrambe per una rete a zero - subite con Carpineti e Boma Fellegara. In entrambi i match abbiamo incassato un gol da una mischia su calcio da fermo, tuttavia, come ho detto, non meritavamo assolutamente di perdere, nonostante le reputi due ottime squadre. Ad ogni modo bisognerà tenere d’occhio anche Casalgrandese ed Original Celtic Bhoys, altre formazioni molto competitive. Domenica sfideremo il Barcaccia: anche loro sono reduci da una retrocessione e sono in un momento di ottima forma, quindi speriamo di recuperare qualche giocatore, ma sappiamo già che sarà difficile. Siamo più o meno in linea con le nostre aspettative, ma penso che ci manchi anche qualche punto perché le prestazioni sono state quasi sempre positive, anche se un po’ altalenanti in alcune occasioni. Ciò che ci contraddistingue, però, è la moltitudine di trame offensive che proponiamo in ogni incontro. Non ho visto, finora, una squadra che ci abbia realmente messo in difficoltà, almeno per una parte consistente di partita, sotto il piano tecnico, né tanto meno sotto quello agonistico. È successo che concedessimo dieci o venti minuti ad altri undici, ma ho sempre visto un Atletic Progetto Montagna che faceva di tutto per vincere. Cercheremo di rimanere nelle zone alte fino a dicembre, per poi tirare le prime linee. È giusto sottolineare, inoltre, che l’ambiente quest’anno ha affrontato diversi cambiamenti: c’è un nuovo direttore sportivo, che sono io, ma anche un nuovo staff tecnico. Quest’estate, in società, abbiamo voluto fortemente Mister Antonio Versari, anche perché, da giovane, aveva già vestito questi colori per due stagioni, dunque molti dirigenti lo conoscevano già. Io ho poi deciso di puntare sul suo vice Andrea Baroni, che ho portato con me dal Real Casina - di cui allenava la juniores provinciale -, oltre al preparatore atletico e a quello dei portieri, ovvero Mattia Rivi e Cristian Bazzoli. Ritengo di aver formato uno staff molto preparato e ne siamo molto contenti». 

Come ha detto prima, Kessabi, vostro capocannoniere - purtroppo adesso indisponibile -, ha fatto centro tre volte, tuttavia ho notato che siete andati in gol con tanti marcatori diversi. Quanto è importante lo spirito di squadra? Che alchimia c'è nel gruppo?

«Come ho detto, l’apporto di Kessabi è fondamentale: ha fatto gol nelle prime tre partite di campionato ed è giusto ricordare che l’anno scorso ha vinto la classifica capocannonieri in Seconda con 20 reti. Speriamo di riabbracciarlo presto. Tutti gli altri marcatori sono stati ovviamente importanti per noi, come il nominato in precedenza Ruggi e il nostro centrocampista Tessitori. Abbiamo, però, anche dei ragazzi molto giovani, come Bertolami e Sironi, che ci stanno aiutando a colmare le assenze con ottime prestazioni e a loro volta qualche gol. Ci auguriamo, ovviamente, che qualche altro componente della squadra - di qualsiasi reparto - possa aiutarci con qualche rete. Il gruppo è veramente molto affiatato e soprattutto è sano. I ragazzi sono sempre presenti e vanno d’accordo tra di loro; non ci sono mai stati problemi. L’organico è composto da un mix di giovani e giocatori più esperti, come, oltre al già citato Kessabi, i “senatori” Fantini, Bonicelli e Rabotti, oltre a capitan Bucci, un 2003 dalle grandi qualità che aiuta a sua volta i ragazzi che devono ancora sbocciare. A questo livello, l’esperienza si fa sentire, oltre alla malizia: avere queste due qualità è fondamentale per cercare di imporsi e di portare a casa il risultato, soprattutto quando la gara è molto combattuta».

Il fiore all’occhiello del Progetto Montagna è probabilmente il settore giovanile, anche perché, come ha detto lei, avete già aggregato dei giovani alla prima squadra. Cosa può dirci a riguardo?

«Abbiamo un ottimo settore giovanile, con una juniores che, al momento, sta lottando per i piani alti della classifica ai regionali, per tentare dunque di passare alla categoria “elite”. Abbiamo appunto inserito alla prima squadra Sironi, attaccante classe 2006 che ha già fatto gol. Oltre a lui, abbiamo fatto esordire Rivi, un centrocampista del 2007 molto bravo, per non parlare del nostro portiere Baroni, altro 2007 che, nella scorsa partita, ha debuttato, mettendo in mostra dei riflessi niente male, dopo un’espulsione rimediata dal nostro estremo difensore». 

Cosa rappresenta per lei questa società?

«Per me, come ho già detto, rappresenta un punto di riferimento all’interno del calcio dilettantistico reggiano e mi auguro che si possa presto tornare ad affrontare campionati di livello più alto. I dirigenti sono molto appassionati e io li ringrazio tanto per la chiamata e per la collaborazione con cui mi hanno permesso di costruire la rosa. La società non fa mancare nulla ai ragazzi, né per quanto riguarda il materiale e gli impianti, né per quanto riguarda l’aspetto sanitario: quando qualcuno ha un problema fisico, i dirigenti si impegnano a prenotare il prima possibile le visite, per di più ci sono delle assicurazioni che coprono le spese. Sono convinto, pertanto, che questa realtà sia attrezzata per affrontare ben altre categorie. Speriamo di tornare dove meritiamo il prima possibile».

Ringraziamo vivamente Andrea Soffientini per la collaborazione e l’opportunità concessaci.

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