Calcioreggiano.com: «LAVORARE PER LA SQUADRA DEL MIO PAESE È QUALCOSA DI SPECIALE. CAMPIONATO? CERCHEREMO IN OGNI MODO DI SALVARCI»

Generica - 15/12/2025

Abbiamo avuto il grande piacere di scambiare due chiacchiere con Marco Manini, direttore tecnico del Boretto. Ci ha descritto con grande passione cosa voglia dire per lui lavorare per la società del suo paese, per di più ci ha fornito un’interessante panoramica sulla stagione che stanno vivendo i suoi ragazzi. Reduci da un cambio allenatore, che ha portato all’approdo in panchina di Mister Iotti, i Biancazzurri stanno tentando, pian piano, di trovare la quadra per cercare di vivere una stagione serena, rimanendo il più lontani possibili dalla zona retrocessione. Un primo segnale è arrivato poco più di una settimana fa, con la vittoria sul Bibbiano San Polo, ma la strada è ancora lunga e tortuosa.

Di cosa si occupa un direttore tecnico? Quali competenze deve avere?

«Per undici stagioni consecutive sono stato direttore sportivo del Luzzara, per poi venire appunto a Boretto, squadra del mio paese. È stata una scelta di vita, in quanto volevo avvicinarmi a casa, in un ambiente che conoscevo già, che per me è una grande famiglia. Ho costruito la rosa assieme al Direttore Sportivo Lorenzini, quindi, anche se formalmente abbiamo due ruoli diversi, collaboriamo sempre, scambiandoci idee. In questo percorso mi ha seguito Iori, che lavorava con me a Luzzara – era direttore generale – e anche lui ci aiuta molto a comporre l’organico durante l’estate. La differenza sostanziale tra me e il DS Lorenzini si limita al fatto che io mi confronto più spesso con l’allenatore e mi reco più spesso al campo».

Cosa le piace di più di Boretto come realtà?

«Essendo il mio paese, per me ovviamente è qualcosa di speciale, nonostante non abbia mai giocato qui, né tantomeno lavorato, prima di questa stagione. Come ti dicevo, però, conosco bene questa realtà. Quando affrontavo il Boretto da avversario, notavo la forza del gruppo, una tigna difficile da superare. Adesso che vivo in prima persona questo ambiente, posso dire che è davvero unico e i rapporti tra noi dirigenti li definirei “fraterni”. Economicamente, magari, non abbiamo la stessa disponibilità che hanno altre società, però credo che riusciamo a sopperire a questo con la forza “morale”, dunque grazie ai valori umani trasmessi dagli stessi giocatori. È veramente un posto ottimale per lavorare e, talvolta, anche passare delle serate insieme tra dirigenti e calciatori. La domenica, però, è sempre dura per tutti».

Avete da poco cambiato allenatore. Cosa può dirci in merito?

«Mister Melotti ha scelto di andare a Salsomaggiore, in Eccellenza. La considerazione che ho di lui, ad ogni modo, non cambia assolutamente: è un ottimo tecnico con cui ho un grande rapporto, nonostante questo fatto ci abbia un po’ preso in contropiede. Ci siamo trovati nella situazione di dover cercare rapidamente qualcuno a cui affidare la nostra prima squadra e la scelta è ricaduta su una figura come Christian Iotti. Lo conoscevamo bene, in quanto è del paese ed era venuto a vedere diverse nostre partite. La sua partenza non è stata particolarmente positiva, purtroppo, in quanto, nelle sue prime tre gare, non abbiamo raccolto alcun punto. Va detto, tuttavia, che abbiamo affrontato degli undici di alta classifica. Due giornate fa, però, ci siamo sbloccati, conquistando il primo successo di questa nuova gestione e tornando in carreggiata. Stiamo facendo il campionato che, più o meno, ci aspettavamo. Abbiamo lasciato per strada quattro o cinque lunghezze che indubbiamente hanno condizionato la nostra posizione in graduatoria, ma noi siamo qui per battagliare e salvarci. Era il nostro obiettivo sin dall’inizio e lo è tuttora».

Cos’è cambiato con l’arrivo di Mister Iotti?

«La nostra priorità, al momento, è ovviamente quella di ottenere dei risultati che possano permetterci di rimanere fuori dalla zona calda della classifica. Questo, purtroppo, non si sposa con la nostra filosofia di dare spazio ai giovani. Al momento, però, dobbiamo puntare su dei calciatori di personalità che sappiano prendere in mano la situazione. Mister Iotti, tuttavia, non ha alcuna preclusione: abbiamo diversi ragazzi – sia per necessità che per scelta – che potrebbero sbocciare, quindi credo che il nostro tecnico non avrà alcun problema a concedergli spazio quando arriverà il momento giusto. Sono sempre vicino all’allenatore durante gli allenamenti e ci scambiamo opinioni. Lui ha le sue idee ma ascolta sempre chi ha attorno, me compreso ovviamente. Prima, come modulo, utilizzavamo il 3-4-3 o il 3-5-2; Mister Iotti predilige la difesa a 4, ma per il resto non cambia niente. Come ho detto, siamo qui per salvarci e faremo di tutto per tagliare questo traguardo».

Ringraziamo sentitamente Marco Manini per la disponibilità e la collaborazione.

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