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27/03/2024 - LA BASSA PARMENSE, PER FAR CRESCERE I PROPRI VIRGULTI, PUNTA SU DUE ALLENATORI EMERGENTI DEL '98: MARCO BELLEZZA E MARCO CAMPAGNA
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27/03/2024 - Sono giovanissimi, entrambi innamorati del calcio e stanno trasmettendo la loro passione e i loro valori ai ragazzi della Bassa Parmense. Stiamo parlando di Marco Bellezza e Marco Campagna, due tecnici emergenti che si stanno mettendo in luce nella società del presidente Jofre Azzali, coordinata dal vice presidente e direttore sportivo Tito Cofano. Ecco un'intervista parallela dei due allenatori.
Di che anno sei? Perché hai iniziato ad allenare?
Marco Campagna: "Sono del 1998 e ho iniziato ad allenare perché, dopo un periodo di pausa dal calcio, ero indeciso se tornare a giocare come calciatore o intraprendere un nuovo percorso come allenatore. Alla fine ho optato per il ruolo di allenatore in quanto ho visto una sfida affascinante nel mettermi alla prova per trasmettere la mia passione per questo fantastico sport ad altre persone".
Marco Bellezza: "Sono del 1998 e ho iniziato ad allenare a 17 anni, esattamente un anno dopo aver smesso di giocare. È stato un caso: mio padre (Michele Bellezza) mi aveva chiesto una mano con la sua squadra di Pulcini. Avrei dovuto aiutarlo solo per l'ultima settimana di agosto, ma alla fine sono rimasto per tutta la stagione. Perché? Grazie a quei bambini di 9-10 anni mi sono ricordato che si può giocare anche solo per il puro gusto di farlo, senza pensare di dover dimostrare sempre qualcosa".
Hai iniziato nella Bassa Parmense o prima hai avuto altre esperienze?
Marco Campagna: "Ho iniziato alla Bassa Parmense, questo è il mio primo anno; non conoscevo la società Bassa Parmense e devo dire che sono veramente contento della mia scelta".
Marco Bellezza: "No, non ho iniziato alla Bassa Parmense. Ho iniziato all’Audace, aiutando mio padre con i Pulcini (9-10 anni). In quell’anno ho imparato la prima lezione: allenare significa essere a metà tra due mondi, quello dei piccoli e quello dei grandi, dove tu sei il riferimento. Poi sono stato al Colorno nella categoria Esordienti: lì, grazie ai ragazzi, ho imparato che il bravo allenatore non è quello che li porta a vincere tutte le partite ma quello che li aiuta a non mollare nelle difficoltà e a migliorarsi sempre. Poi sono tornato ad allenare i Pulcini nella S. Leo: lì ho capito quali sono i miei punti di forza e di debolezza, e che ogni gruppo di bambini è diverso. Se ti apri con loro e dai tutto te stesso, allora, puoi stare certo che per te farebbero qualunque cosa".
Quali sono i valori che hai trovato nella società del presidente Azzali?
Marco Campagna: "I valori che ho trovato nella società Bassa Parmense sono principalmente la passione per questo sport, il sacrificio, la voglia di lavorare e mettersi a disposizione degli altri, l'umiltà ma sognando in grande e soprattutto il lavoro di squadra... e devo dire che tutti questi valori mi rispecchiano completamente".
Marco Bellezza: "Alla Bassa mi sono sentito davvero parte di una 'famiglia'. Tutti si aiutano volentieri perché ognuno di noi è percepito come un valore aggiunto. Ci sentiamo davvero parte di qualcosa e, infatti, quando varchi il cancello di Trecasali provi la sensazione di essere 'a casa'. Ed è così per tutti: genitori, mister, bambini spesso sono in sede a vedere le partite delle altre annate oppure passano semplicemente per dare la propria disponibilità nel caso ci sia bisogno di una mano. Forse è proprio il fatto di essere una società di 'paese' che ci aiuta a creare questo clima di familiarità, di condivisione così forte. E tutto parte proprio dai bambini: appena suona la campanella della scuola, dopo qualche ora, sono subito di nuovo tutti assieme ad allenarsi qua al campo".
Che categoria stai allenando? Come pensi ci si debba approcciare a ragazzi così giovani?
Marco Campagna: "Sto allenando la categoria Pulcini U10 (2014) e penso che l'approccio con i ragazzi più giovani debba essere quello di trasmettere loro la passione per lo sport, la passione per il calcio, motivarli e sostenerli nelle loro scelte giuste o sbagliate e soprattutto i giusti valori educativi facendo rispettare le regole, il rispetto verso i compagni e gli avversari".
Marco Bellezza: "Alla Bassa sto allenando i Pulcini: quando posso alleno sempre questa fascia di età (9-10 anni). Allenare i bambini è molto più difficile che allenare i grandi: sei prima di tutto un educatore e solo dopo un allenatore. Devi dare l’esempio e riuscire a trasmettere la tua passione, un clima di serenità e i valori in cui credi. Non bisogna mai cadere nell’errore di pretendere rispetto: dobbiamo imparare a guadagnarcelo con le nostre azioni, a volte mettendoci anche in discussione. Bisogna creare prima un legame forte col bimbo, che è unico con ognuno di loro. Come? Il bimbo ha bisogno di sentirsi apprezzato per quello che è. Ridere e scherzare con lui, senza fargli pesare i suoi errori e facendogli capire che ci saremo sempre ad aiutarlo. Comprensione, coerenza, ridere e essere d’esempio: questi sono i quattro pilastri su cui ogni allenatore di scuola calcio dovrebbe basarsi".
Il fatto che la Bassa Parmense non abbia il settore agonistico credi sia un punto di forza o un punto di debolezza?
Marco Campagna: "Penso che il non avere un settore agonistico sia un punto di forza e i risultati di questi anni ne sono la prova; ci si è concentrati maggiormente sullo sviluppo dei bambini partendo dall’aspetto motorio fino alle nozioni calcistiche per poter aiutare i bambini a continuare il loro percorso nel mondo del calcio e dello sport in generale".
Marco Bellezza: "Ogni situazione ha i suoi vantaggi e svantaggi. Non avere il settore agonistico ci limita sicuramente a livello di 'nome', di risonanza mediatica e a livello territoriale. Quando si pensa alle società di Parma, sono altri i nomi che per primi vengono in mente. Però sono certo di una cosa: non avere il settore agonistico ci permette di concentrare completamente i nostri sforzi sui piccoli. La Bassa permette a questi bambini di passare un sacco di tempo assieme, e non solo sui campi da calcio: il numero di allenamenti (tra cui la sessione facoltativa di tecnica individuale), i campionati, i tantissimi tornei a cui partecipiamo ogni anno (oltre a quelli che organizziamo noi come società, come la Winter Cup, cito anche il "Torneo di Mirabilandia" dell’Adria Sport che permette ai bambini di passare 3-4 giorni assieme tra partite, mare e la visita al parco divertimenti) e le iniziative extra-calcistiche (come ad esempio la visita allo zoo). La società è molto attenta affinché i bambini crescano sotto ogni punto di vista. Noi mister dedichiamo molto tempo ai nostri ragazzi, non perché ci viene imposto, ma perché, per il clima che si viene a creare, ci viene proprio naturale, perché siamo noi i primi a divertirci e a credere in quello che facciamo".
Qual è il tuo sogno nel cassetto come allenatore?
Marco Campagna: "Come allenatore il mio sogno è quello di sollevare la Champions League o la Coppa del Mondo... impossibile? Sicuramente, ma il vero sognatore è colui che sogna l'impossibile".
Marco Bellezza: "Forse quello di ritrovarmi ad allenare nel settore giovanile di qualche società professionistica. Ho iniziato ad allenare per caso e ho continuato perché credo di poter aiutare tanto questi bambini che, come me, hanno scelto di giocare a calcio. Se sono tornato ad amare davvero questo sport è solo grazie a loro. Posso aggiungere che mi piacerebbe un giorno ricevere la maglietta autografata di qualche bimbo che ho allenato. Come prova che per arrivare a certi livelli non serve solo la fame, ma soprattutto un amore sincero per questo sport: perché è quello che provo a trasmettere, dopo averlo ritenuto superfluo da giocatore sbagliando".
C’è un tecnico al quale ti ispiri? Uno che stai seguendo e che vorresti emulare?
Marco Campagna: "Non ho un allenatore a cui mi ispiro maggiormente o che vorrei emulare, in quanto voglio essere me stesso per poter esprimere e offrire le mie idee calcistiche ai miei ragazzi. Sicuramente cerco di prendere ogni aneddoto tramite video o libri da tanti allenatori come Allegri, Conte, De Zerbi, Ancelotti, Spalletti, Guardiola partendo dalla tattica alla gestione del gruppo".
Marco Bellezza: "Sono un tifoso della Dea, quindi confesso che un po’ mi ispiro a Gasperini. Il calcio moderno ha superato il concetto di 'ruolo' (Thiago Motta è un esempio recente, ma non ha inventato nulla): accettare sempre il duello (1vs1), i continui cambi di posizione (interscambi e rotazioni) sono alcuni principi che fanno sentire i bambini importanti all'interno della squadra. Si rendono conto da soli che le loro azioni permettono di aiutare sempre un compagno. Un altro è Mihajlovic: per lui era fondamentale il gruppo. Il gruppo è sempre più importante del singolo: tutti per uno, uno per tutti. Se si rema tutti assieme verso un obiettivo allora niente è impossibile. Non penso sia un caso che proprio a Bologna ora si sia creata questa incredibile alchimia".
Secondo te è facile gestire il rapporto coi genitori per un allenatore? Tu come lo stai gestendo?
Marco Campagna: "Penso che di facile ci siano poche cose nella vita e gestire i rapporti con i genitori non è una di queste. Per me questa è la prima esperienza del rapporto allenatore-genitore e devo dire che non sta andando male. Io la sto gestendo nel modo più semplice possibile rendendomi sempre disponibile al confronto con loro e, fortunatamente, non ci sono stati episodi gravi, c’è sempre stato quel rapporto di fiducia reciproco che, per poter creare un ambiente sano, deve essere alla base di tutto".
Marco Bellezza: "Marco, non puoi pretendere che tutti vedano il bene che stai facendo": questa frase me la disse il mio dirigente ai tempi dell'Audace, che era proprio uno dei genitori dei miei bimbi. Se pensi di star facendo il massimo per questi ragazzi allora devi essere anche pronto ad accettare qualche critica. Noi mister abbiamo a che fare con 20-30 bimbi ed è naturale per noi trattare tutti allo stesso modo, mentre i genitori hanno il proprio bimbo e vedono solo una parte, quella che riguarda il loro figlio (come è naturale che sia). Di solito i conflitti nascono da incomprensioni: il dialogo è sempre la prima soluzione da provare; mettere un muro tra te e loro non ti permette certamente di capire il 'perché' si sia creato un disagio o un malessere da parte di qualche papà o mamma. Non sempre funziona ma l’importante è che tu ci abbia provato: perché lo stai facendo soprattutto per il bambino, loro non devono mai pagare per i comportamenti dei genitori. In fondo il sabato giocano i bimbi".
Cosa significa per te allenare nella Bassa Parmense?
Marco Campagna: "Allenare nella Bassa Parmense per me significa felicità, vengo al campo sempre con il sorriso perché so che vado ad aiutare i ragazzi giovani a coltivare la loro passione per questo sport e, allo stesso tempo, alimento sempre di più il mio amore per il calcio che dura ormai da 19 anni".
Marco Bellezza: "Per me significa innanzitutto allenare in un ambiente dove puoi dare tanto perché ricevi altrettanto. Per me significa diventare responsabile (con la 'p' maiuscola) perché ogni tua azione ha davvero un impatto determinante per la crescita tua, della società e dei bambini che alleni. Per me significa incontrare e conoscere persone che, come me, credono davvero in quello che fanno e in come lo fanno. Come detto in precedenza, credo che la Bassa Parmense per quello che propone e come lo propone, a livello di attività di base, non abbia molte rivali. E se questo è possibile è grazie alle persone che chiunque potrebbe vedere passando un giorno in sede".
FOTO E DIDA: A sinistra, in piedi, il tecnico Marco Bellezza e a destra Marco Campagna
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