18/03/2025 - Oggi, Daniele Setaro celebra un traguardo importante: 40 anni, ma ancora sul campo con la maglia dell’Ubersetto in seconda categoria. Per amici e colleghi di campo è conosciuto come “Seta”, un soprannome che lo accompagna fin dai primi calci. La sua carriera calcistica inizia sui campi della Consolata, dove mette per la prima volta piede in un campo da gioco. Poi, il passaggio al settore giovanile del Sassuolo, dai 10 anni fino ad arrivare alla Beretti. È il primo passo di un lungo percorso che lo porterà nei dilettanti, dove il talento e la passione per il calcio emergono subito. Il debutto nei campionati dilettantistici avviene con il Pavullese in Eccellenza, ma negli anni successivi sono stati numerosi i passaggi che lo vedono protagonista tra Promozione e Prima Categoria, indossando le maglie di Gorzano, Colombaro, Polinago, San Michelese, Fiorano, Maranello,Ganaceto e Flos Frugi. Terzino ambidestro, Seta è sempre stato capace di destreggiarsi con grande efficacia in difesa, ma con un fiuto per il gol che negli ultimi anni, complice l’età, sembra essere leggermente affievolito. Nonostante ciò, è sempre stato un terzino atipico, noto per il suo tempismo nei colpi di testa e il senso del gol in area di rigore. Ma la domanda che molti si pongono è: come fa a giocare ancora a 40 anni? La risposta è semplice: il fattore genetico gioca sicuramente un ruolo, ma Daniele è un prototipo dell’atleta serio e motivato. La sua alimentazione equilibrata (con qualche eccezione per i dolci) e la costanza negli allenamenti, anche quando sarebbe giusto riposarsi, sono il segreto di una carriera longeva. Non eccede con l’alcol e si allena con dedizione e disciplina. La sua motivazione è infallibile: non molla mai, è sempre pronto a mettersi in gioco e a porsi obiettivi concreti da raggiungere. Un esempio per i più giovani, un punto di riferimento per chiunque. Per me, Daniele è sempre stato una fonte di ispirazione. Una sfida continua, sia dentro che fuori dal campo: dai momenti di gioco a "porta a porta"o a giocare a “Cartelli” con gli amici, agli uno contro uno in cortile a casa a scartare anche gli alberi da frutto che nostro padre aveva piantato. Mentre molti dei nostri coetanei preferivano il motorino o un giro in centro, lui era sempre sul campo, a giocare tra i campetti della Consolata e l’Albero D’Oro. Cresciuti a Ponte Nuovo, abbiamo vissuto un calcio che ormai è sempre più raro tra i giovani. Gli anni Novanta sono stati testimoni di questo spirito, con lui che esclamava "Pippo!" ogni volta che segnava, in omaggio al suo idolo Filippo Inzaghi. La sua somiglianza con Rui Costa o Alessandro Nesta (che condivideva con lui la stessa data di nascita) e la passione per il Milan, che contrastava con la mia per l’Inter, erano sempre occasione di sfida. La qualità che più ammiro in lui è la costanza: la capacità di dare sempre il massimo in ogni situazione di gioco. Con lui, non esistono amichevoli, solo una cosa conta quando si varca il campo: la Vittoria, tra l’altro nome di nostra madre. Abbiamo sempre avuto una rivalità in ogni aspetto della vita, e proprio questa rivalità ha cementato il nostro legame, alimentando la nostra competitività. Non posso che essere orgoglioso dei suoi risultati, sia sul campo che nella vita. Per chi lo conosce, il suo impegno e la sua dedizione sono un esempio da seguire. Oggi, oltre a festeggiare il suo compleanno, voglio fare gli auguri a Daniele anche come padre di Melissa e Matilde. Tanti auguri, fratello! Con affetto, Simone Setaro
|