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NEWS - STORIA DELLE SCOMMESSE IN ITALIA: DA SNAI AI NON AAMS
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STORIA DELLE SCOMMESSE IN ITALIA: DA SNAI AI NON AAMS

L’evoluzione delle scommesse sportive in Italia
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calcioreggiano.comGenerica - 12/09/2025

L’evoluzione delle scommesse sportive in Italia è un percorso costellato di tappe cruciali, innovazioni tecnologiche e mutamenti normativi che hanno trasformato un fenomeno marginale in un’industria da decine di miliardi di euro di fatturato annuo. Questo articolo analizza le origini “underground” del totonero, il riconoscimento giuridico del 1998, l’esplosione dell’online, l’avvento dei colossi internazionali del betting non AAMS, il boom delle scommesse live e dello streaming, l’espansione in nuovi mercati e funzionalità (cashout, props player e bet builder) e fornisce indicazioni su come scommettere legalmente oltre AAMS, fino alle prospettive future del settore.

Le scommesse non legali: il totonero (1970-1980)

Prima della regolamentazione, il comparto si alimentava in larga misura nel sommerso. Il “totonero” degli anni Settanta-Ottanta era un network di raccolta abusiva di puntate su risultati del calcio, gestito da agenzie clandestine e protetto da un meccanismo di “pizzo” ai vertici della malavita.
Nel 1980, l’operazione Totonero I portò all’arresto di oltre 50 responsabili, con oltre 200 club di Serie A e B coinvolti e 123 squalifiche a calciatori (tra cui Paolo Rossi), mentre l’erario non incassava un euro di imposte né si applicava alcuna regolamentazione di payout rate o controllo delle frodi. Questo mercato nero copriva all’epoca circa il 70% delle puntate totali sugli eventi calcistici, stimando un factor di crescita annuo del 20% fino ai primi anni Novanta.

Nel 1998 la svolta normativa e la legalizzazione

Il Decreto Legislativo n. 496 del 26 ottobre 1998 sancì la nascita dei primi concessionari autorizzati dall’allora Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS), oggi ADM. Il regime di concessioni a numero chiuso, con una fee iniziale di circa 250.000 € e royalty variabili tra l’8% e il 12% sul margine lordo (GGR), introdusse il concetto di quota fissa, fissando paletti di compliance su antiriciclaggio (KYC/AML), fair play e solvibilità degli operatori. SNAI, Sisal e Lottomatica ottennero i primi permessi, gestendo un network di ricevitorie e terminali “quota fissa” distribuiti capillarmente sul territorio nazionale.

Anni 2000: l’avvento dell’online e l’ingresso dei colossi del betting non AAMS

Con il Decreto Bersani del 2006 e il successivo regolamento “gioco a distanza” del 2007, le scommesse sportive migrarono su internet. Nasceva il paradigma dell’in-play trading, gestito in real time da algoritmi di market making, e l’handle online iniziò a rappresentare il 40% del totale già nel 2010. Contestualmente, hanno fatto il loro ingresso in Italia i primi operatori .com, riconosciuti come scommesse non AAMS, che hanno aperto il mercato alle quote contrattate su licenze estere (Malta, Gibilterra), introducendo piattaforme con liquidità pooling internazionale, cash desk virtuali e trading desk 24/7.
I bookmaker non AAMS come Bet365, Unibet, Bwin e Betfair hanno offerto payout rate superiori (fino al 95% sul calcio, con margini sotto il 5%) e mercati di nicchia, erodendo progressivamente quote di mercato ai concessionari ADM.

Il successo delle scommesse live e dello streaming

La vera rivoluzione è arrivata con le scommesse in-play (live betting), grazie all’integrazione di stream video HD direttamente in piattaforma. Tra il 2013 e il 2015, il numero di mercati live per una singola partita di calcio è passato da 10 a oltre 150, includendo statistiche avanzate (Expected Goals, passaggi chiave, posizioni heatmap).
L’offerta streaming, inizialmente garantita da SNAI tramite partnership con Lega Calcio, è stata estesa dai siti scommesse non AAMS che trasmettono centinaia di competizioni di secondo e terzo livello europee. Oggi oltre il 60% del turnover online proviene da puntate in-play, con un average handle mensile online di circa 10 miliardi di euro.

Il mercato delle scommesse complementari: nuovi campionati e mercati di nicchia

Parallelamente, si è consolidata la diversificazione dell’offerta: eSports, virtual sports, tennis tavolo, Speedway India, bandy scandinavo. Questi segmenti, un tempo residuali, contribuiscono oggi al 12% dell’handle complessivo. I scommettitori professionisti utilizzano modelli di Kelly Criterion per gestire il bankroll sui mercati futuri (futures), sui ghiacciai del motomondiale o sugli over/under di basket collegati alla NBA Summer League.
Anche i bookmaker non AAMS hanno cavalcato questa espansione, proponendo interfacce di trading semi-automatico e soluzioni di liquidity management per i palinsesti esotici.

Cashout, bet builder e nuove funzionalità

Dal 2017 si è assistito all’introduzione di nuove funzionalità: il cashout consente di liquidare la scommessa prima del termine dell’evento, mentre il bet builder permette di costruire mercati personalizzati (es. marcatore+cartellino+corners). Queste feature, inizialmente sperimentate nei .com, ovvero nel betting non AAMS, sono state replicate con successo dai concessionari ADM, crescendo del 150% in termini di utilizzo da parte dei clienti. Oggi la partial cashout è disponibile su oltre il 90% degli eventi live, con limiti di ammissibilità automatizzati e algoritmi di pricing dinamico che riducono il book exposure.

Il futuro del betting in Italia

Guardando avanti, il mercato italiano si dirige verso una sempre maggiore integrazione tra big data analytics e intelligenza artificiale: algoritmi di odds making basati su machine learning, predictive modelling per identificare anomalie di puntata e soluzioni di realtà aumentata (AR) per l’integrazione con eSports e virtual reality. Sul fronte normativo, si profila un’ulteriore riforma ADM con licenze uniche “multi-product” e una possibile apertura controllata al mercato dei siti scommesse non AAMS sotto nuove e più severe condizioni di compliance e trasparenza. Il legal gap con le piattaforme .com si ridurrà grazie a un nuovo protocollo di interoperabilità dei dati, mentre l’esperienza utente (UX) verrà potenziata da wallet unificati e sistemi di loyalty tokenizzati su blockchain.

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